Con il termine menopausa tardiva, la medicina indica il termine della vita fertile di una donna che si manifesta dopo i 55 anni di età. Di solito ci si aspetta che questo momento, anche dal punto di vista statistico, si presenti tra i 45 e i 50 anni. Prima si manifestano i sintomi della premenopausa e poi si entra nella menopausa vera e propria. Se la menopausa preoce è una condizione che spaventa le donne, quella tardiva non ha lo stesso effetto. In merito alla menopausa tardiva, quali sono i benefici (si parla di veri e propri vantaggi) e quali, invece, i possibili rischi?
La menopausa è una condizione fisiologica femminile che di solito si manifesta intorno ai 45-50 anni. Prima si parla di menopausa precoce. Dopo si parla di menopausa tardiva: in particolare in medicina si attende che il climaterio (il periodo che precede la menopausa) arrivi dopo i 55 anni di età della donna. Si chiama tardiva, perché arriva con un po’ di “ritardo” rispetto a quanto ci potremmo aspettare statisticamente. Non è una malattia, non è una condizione medica, non ha cause, ma ci sono dei fattori predisponenti che possono indurre una donna ad andare in menopausa dopo rispetto alla “norma”:
Rispetto alla “normale” età della menopausa, quella tardiva ha diversi benefici da non sottovalutare:
Ovviamente non ci sono solo vantaggi nell’andare in menopausa più tardi rispetto a quanto ci potremmo aspettare. Ci sono anche dei rischi da non sottovalutare. E la colpa è sempre degli ormoni, che decidono il bello e il cattivo tempo nel corpo femminile. Gli estrogeni, essendo ancora in piena età fertile, rimangono a livelli normali a lungo e questo può aumentare il rischio di tumore al seno e cancro all’ovaio, come emerso da uno studio dell’Università di Oxford.
Per fortuna esistono esami di screening che si possono fare ogni anno per diagnosticare in tempo il tumore al seno: le donne dopo i 40 anni dovrebbero sottoporsi con regolarità a mammografia ed ecografia al seno. Per scoprire se si andrà in menopausa tardivamente, oltre a tenere d’occhio l’età e i fattori predisponenti, si possono eseguire anche dei test ematici. Si possono tenere sotto controllo, infatti, i valori dell’ormone follicolo-stimolante (FSH), e dell’ormone antimulleriano (AMH), come indice della riserva ovarica.
Fonti: