Morbillo, 8 casi a Bari: infezione forse partita da una bambina no-vax
A Bari si sono manifestati 8 casi di morbillo (colpito anche un bambino di 11 mesi). La causa potrebbe essere una bambina figlia di no-vax.
A Bari sono stati diagnosticati 8 casi di morbillo (5 bambini e 3 adulti) e c’è un nono caso sospetto. Probabilmente l’infezione potrebbe essere partita dalla figlia di 10 anni di una coppia no vax e ricoverata nel reparto Malattie infettive dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII del capoluogo pugliese da metà ottobre. Ovviamente è da stabilire sei casi siano collegati tra loro.
Il più piccolo dei contagiati è un bimbo di appena 11 mesi ricoverato per un’otite nello stesso ospedale e troppo piccolo per essere vaccinato (si parte dai 13 mesi). Dei cinque minorelli, due sono stati dimessi mentre tre sono ancora ricoverati. Gli adulti si trovano in osservazione. Sono tutti in buon condizioni di salute. Maria Chironna, direttrice del laboratorio di epidemiologia dell’Università, il centro di riferimento regionale per la conferma virologico molecolare, ha dichiarato:
“Pare che il nesso, che in termini tecnici chiamiamo linkage, sia la frequentazione del reparto Malattie infettive dell’ospedale pediatrico, dove è stato isolato il caso indice: quello da cui sarebbe partita la catena. Andremo a sequenziare i ceppi virali per stabilire se sono identici fra loro. Soltanto se questo sarà dimostrato, se quindi il genoma del virus è lo stesso, potremo dire che la fonte di contagio è quella bambina di dieci anni ricoverata al Giovanni XXIII”.
Cinzia Germinario, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Puglia, ha spiegato:
“Non c’è nessun allarme epidemia di morbillo in Puglia. Basta il ricovero di un bambino, come accaduto in questo caso, per innescare una normale catena di contagio tra i non vaccinati perché il morbillo è una patologia altamente contagiosa. La situazione non è preoccupante comunque queste cose non dovrebbero accadere. I no-vax devono capire che portano malattie anche in ospedale a chi non ha coperture vaccinali e quindi non si ferma la catena di contagio”.