Mozzarelle blu, identificato il batterio responsabile: è simile a un pesticida
Si tratta di un ceppo di Pseudomonas fluorescens molto simile a un batterio utilizzato come pesticida biologico
Pensavamo che la lotta biologica avrebbe ridotto i rischi per la salute associati all’uso dei pesticidi. Oggi dobbiamo in parte ricrederci: i ricercatori dell’Università di Padova hanno scoperto che alle radici del caso delle mozzarelle blu c’è un batterio di un ceppo strettamente correlato a quello che viene utilizzato sia negli Stati Uniti che in Canada come pesticida proprio nella lotta biologica.
Grazie alla collaborazione dell’Istitituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezia i ricercatori hanno potuto raccogliere i batteri che conferiscono alle mozzarelle il colore blu, scoprendo che si tratta di un ceppo di Pseudomonas fluorescens. L’identificazione è stata resa possibile da una metodica messa a punto appositamente per caratterizzare i batteri presenti nelle mozzarelle blu e ha portato alla creazione di una banca dati online che oltre a contenere tutte le informazioni utili su questo ceppo raggrupperà anche quelle relative ad altri ceppi batterici.
I risultati di questo studio danno un significativo contributo alla comprensione delle reali cause del fenomeno delle mozzarella blu
ha spiegato Barbara Cardazzo, autrice dello studio
e allo stesso tempo forniscono agli operatori del settore e all’autorità competente uno strumento rapido e affidabile per la tracciabilità e l’identificazione dei ceppi batterici causa della colorazione blu con ricadute altrettanto importanti per comprendere la loro provenienza e stabilire adeguate misure di controllo.
Le mozzarelle blu balzate alla ribalta delle cronache nel 2010 erano prodotte in Germania e distribuite in una catena di discount. All’epoca le ipotesi sull’origine della colorazione blu furono più di una, inclusa la contaminazione batterica. Ora le analisi confermano quest’ultima tesi, dando anche un nome al microbo responsabile.
Lo studio sarà pubblicato sulla rivista Food Microbiology.