
L’aumento vertiginoso dei prezzi delle uova negli Stati Uniti ha catturato l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media a livello globale. La questione è diventata un tema di discussione sui social network e nei principali quotidiani economici, tra cui anche testate italiane. Durante la campagna elettorale presidenziale del 2024, Donald Trump ha frequentemente attribuito la responsabilità di questi rincari all’amministrazione democratica uscente, promettendo interventi immediati dal suo primo giorno di mandato. Tuttavia, nonostante le sue promesse, i costi delle uova hanno continuato a salire anche nel mese di febbraio, il primo interamente sotto la sua amministrazione.
Cause della crisi delle uova negli Usa
La crisi del settore avicolo statunitense è stata innescata da una serie di fattori concomitanti, tra cui l’epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1, che ha colpito gravemente il Paese. Nei mesi di gennaio e febbraio 2025, sono stati registrati focolai in oltre 40 allevamenti di galline ovaiole, portando all’abbattimento di più di 28 milioni di animali, corrispondenti a circa il 9% dell’intera popolazione di galline ovaiole negli Stati Uniti. A questi eventi si aggiungono l’aumento dei costi operativi legati alle misure di biosicurezza e l’inflazione generale, che hanno ulteriormente aggravato la situazione economica del settore avicolo.
Secondo le stime, l’influenza aviaria ha avuto un impatto devastante non solo sul numero di galline disponibili, ma anche sulla capacità di produzione degli allevamenti, costringendo i produttori a far fronte a spese straordinarie per garantire la sicurezza sanitaria degli animali rimasti. La combinazione di questi fattori ha contribuito a un aumento dei prezzi delle uova, che ha colpito in modo particolare i consumatori statunitensi, abituati a trovare questo alimento a prezzi accessibili.
Strategie di approvvigionamento del governo Usa
Di fronte a questa crisi, il governo degli Stati Uniti ha avviato una ricerca attiva di uova sul mercato internazionale, contattando anche Paesi storicamente alleati. Nonostante le tensioni commerciali, inclusi i dazi imposti all’Unione Europea e le controversie relative alla Groenlandia, alla fine di febbraio 2025 un rappresentante del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha inviato richieste formali ai produttori di uova in Europa per valutare la loro disponibilità a esportare verso il mercato americano. Tuttavia, secondo quanto riportato dall’associazione danese dei produttori di uova, al momento non ci sarebbero sufficienti scorte in Europa per soddisfare la domanda statunitense.
Questa situazione ha spinto il governo a esplorare tutte le opzioni possibili per garantire un approvvigionamento sufficiente di uova, in un contesto in cui i prezzi continuano a crescere e la pressione sui consumatori aumenta.
Prospettive future dei prezzi delle uova
Negli Stati Uniti, il prezzo delle uova ha raggiunto livelli record, con alcuni cartoni che arrivano a costare fino a 20 dollari la dozzina. In risposta a questa situazione, alcuni consumatori hanno iniziato a contrabbandare uova dal Messico. Tuttavia, le prime settimane di marzo hanno portato segnali di speranza: la diminuzione dei focolai di influenza aviaria e la stabilizzazione delle catene di approvvigionamento hanno provocato un significativo calo dei prezzi all’ingrosso, scesi da 8,58 a 4,83 dollari per dozzina, pari a una riduzione del 44%. Questo cambiamento, sebbene non si sia ancora riflesso sui prezzi al dettaglio, fa ben sperare per i consumatori.
È importante notare che, secondo le previsioni degli esperti, i prezzi al dettaglio delle uova potrebbero rimanere elevati almeno fino a Pasqua, periodo in cui la domanda di uova negli Stati Uniti raggiunge il suo picco annuale. A febbraio 2025, il prezzo medio delle uova aveva toccato i 5,90 dollari per dozzina, quasi il doppio rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Le uova da galline allevate all’aperto o in sistemi “cage free” possono costare tra i 9 e i 12 dollari per dozzina, evidenziando l’impatto economico che questa crisi ha avuto sui consumatori americani, abituati a un consumo regolare di uova.