Neuromodulazione sottocutanea, la nuova arma contro il mal di testa
Elettrodi sottopelle per combattere il dolore. Ecco l'ultima forntiera del trattamento di emicranie, cefalee & Co.
Il mal di testa colpisce almeno una volta nella vita 9 persone su 10. Il 50% delle persone devo confrontarsi con più attacchi nel corso dell’anno. Eppure, questo nemico così comune è ancora difficile da comprendere e da curare. Per chi ha ormai abbandonato ogni speranza la soluzione potrebbe essere nascosta in una tecnica innovativa, la neuromodulazione sottocutanea. Secondo uno studio presentato al convegno annuale della North American Neuromodulation Society di Las Vegas oltre il 70% dei pazienti che ha trattato il suo mal di testa con questa tecnica ha potuto ridurre la quantità di antidolorifici assunti, migliorando allo stesso tempo la qualità della sua vita.
Lo studio ha coinvolto 83 pazienti ed è durato più di 4 anni. Tutti si sono sottoposti all’innesto sottocutaneo di uno o più elettrodi nelle zone in cui avvertivano più dolore. In 60 hanno riportato un miglioramento dei sintomi. In 41 casi il dolore si è più che dimezzato e nell’83% dei casi è stato possibile ridurre l’assunzione di farmaci. In 10 casi è stato necessario risistemare l’elettrodo, ma in nessun caso sono state osservate complicazioni a lungo termine.
Cos’è la neuromodulazione sottocutanea?
Come spiega Giovanni Frigerio, medico anestesista, terapista del dolore del Barolat Neuromodulation Institute Europe di Appiano Gentile, la neuromodulazione sottocutanea
è una tecnica relativamente nuova che si basa su una stimolazione elettrica del sistema nervoso periferico che sostituisce il dolore con un altro impulso. E’ molto praticata in America, dove è stata introdotta dal 2000 grazie alle intuizioni di un italiano, il torinese Giancarlo Barolat, considerato uno dei maggiori esperti al mondo per la cura del dolore.
La metodica prevede l’innesto sottopelle, là dove si scatena il dolore, di uno o più elettrodi che trasmettono impulsi elettrici che interferiscono con la percezione del dolore. Insieme agli elettrodi viene impiantato un generatore di impulsi grande quanto una piccola scatola di fiammiferi, ma ne esiste anche una versione wireless che, assicura Frigerio, “a breve sarà disponibile anche in Italia” in cui gli elettrodi sono collegati tramite radiofrequenza a un generatore localizzato su un bracciale o una cintura indossati dal paziente.
La procedura di innesto prevede un impianto di prova per verificare che il paziente tragga beneficio dalla neuromodulazione. In una seconda seduta l’impianto verrà reso definitivo.
Un’alternativa necessaria
Il mal di testa è uno dei motivi più frequenti per cui i pazienti si rivolgono a noi, soprattutto giovani e donne
ha raccontato Frigerio.
Nel 18% dei casi il paziente ne soffre per tutta la vita, senza trovare una soluzione. Le cause sono diverse e non sempre chiare: sicuramente l’ereditarietà è uno dei fattori di rischio più importanti.
A lungo termine anche i farmaci prescritti dal medico dopo analisi approfondite perdono in efficacia.
Ecco perché
conclude Frigerio
è importante individuare cure alternative.
Via | Comunicato stampa