Novità sull’osteoporosi derivano dagli orsi
Gli orsi in letargo potrebbero suggerire ai ricercatori importanti novità su come combattere l’osteoporosi. La notizia è apparsa sulla rivista britannico New Scientist. A quanto pare gli orsi nella fase di letargo presentano gli stessi problemi all’apparato scheletrico degli uomini costretti alla immobilità, tra cui l’indebolimento delle ossa.Degli scienziati americani hanno scoperto però un’eccezione: l’ […]
Gli orsi in letargo potrebbero suggerire ai ricercatori importanti novità su come combattere l’osteoporosi. La notizia è apparsa sulla rivista britannico New Scientist. A quanto pare gli orsi nella fase di letargo presentano gli stessi problemi all’apparato scheletrico degli uomini costretti alla immobilità, tra cui l’indebolimento delle ossa.
Degli scienziati americani hanno scoperto però un’eccezione: l’ orso bruno. E’, infatti, l’unico della specie a mantenere intatta la propria massa ossea per tutto il periodo di letargo, che può variare dai 3 ai 5 mesi. Seguendo quindi l’animale, si spera di arrivare ad una soluzione accettabile anche per l’uomo.
Il motivo di questa particolarità sembra star tutto nella loro mancata eliminazione dei prodotti di scarto: durante il letargo non producono nè feci nè urine e quindi non eliminano il calcio in eccesso, che viene convogliato direttamente alle ossa. Si sta cercando così di trovare un modo per far sì che anche gli altri mammiferi, uomo compreso, siano i grado di riciclare il loro calcio, analizzando le differenze strutturali tra uomo ed orsi a livello degli ormoni che regolano il tessuto osseo.
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