Nutrigenomica: invecchiare e curarsi con la mappa genetica del DNA
Inizio a collaborare con Benessere.blog.it parlandovi di epigenetica. O meglio, di quanto mi spiega in un’intervista esclusiva per voi il dottor Ascanio Polimeni, specialista in neuroendocrinoimmunologia ed esperto in medicina nutrigenomica e anti-aging. L’epigenetica è il controllo delle espressioni dei geni da parte dell’ambiente e questo include il modo di pensare. Polimeni era tra i […]
Inizio a collaborare con Benessere.blog.it parlandovi di epigenetica. O meglio, di quanto mi spiega in un’intervista esclusiva per voi il dottor Ascanio Polimeni, specialista in neuroendocrinoimmunologia ed esperto in medicina nutrigenomica e anti-aging. L’epigenetica è il controllo delle espressioni dei geni da parte dell’ambiente e questo include il modo di pensare. Polimeni era tra i relatori del workshop di nutrigenomica e nutraceutica intitolato “La medicina del domani: invecchiare con successo”, tenutosi sabato 19 aprile a Milano. Qui tutti hanno parlato di come la scienza sia giunta alla capacità di predire le malattie correlate all’avanzare dell’età da quando, nel 2002, si è concluso il Progetto Genoma.
Un test genetico va fatto almeno una volta nella vita e, secondo il professor Michael Kentze di Monaco, andrebbe eseguito fra i 40 e i 45 anni per utilizzarlo a scopo preventivo. Un individuo già malato o in età avanzata ha più difficoltà ad agire per evitare che si producano i problemi rivelati dal contenuto del proprio DNA, ma vale sempre la pena provarci. Una volta evidenziati i geni associati a malattie, infatti, come Alzheimer o altro, lo specialista cercherà di controllarne l’attività. A mio parere, la cosa più strabiliante che gli scienziati abbiano dimostrato senza ombra di dubbio è che la mappa dei nostri geni non risulta essere in funzione al 100%: esistono geni attivi e altri silenti, disattivi. Quali si attiveranno per migliorare le nostre condizioni o per peggiorarle e quando? Pare davvero che si possa intervenire.
Secondo Il dottor Polimeni, che ha pubblicato “La biologia delle credenze” e sta per mandare in libreria “Interazione fra geni e ambiente”, edito da Sperling & Kupfer, l’attività dei geni è condizionata dalla nostra alimentazione, dal tipo di attività fisica che svolgiamo, dal tipo di stress con cui si convive e, udite udite!, dai pensieri che albergano la nostra mente. “Un gene è attivo o disattivo, è espesso o non espresso e somiglia, come dire, a un albero di Natale. La sfida della medicina oggi”, ha dichiarato Polimene, “consiste nel sapere come intervenire sui geni attraverso l’ambiente, cambiando livello di inquinamento, tipo di dieta, lifestyle, stress e pensieri con cui nutrire non solo la mente ma anche la nostra mappa genetica”.