“Nutrire il mondo, preservare il pianeta”: la Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2014
Come ogni anno il 16 ottobre si celebra l'anniversario della fondazione della FAO. Un'occasione per parlare dello stretto rapporto fra cibo, salute e benessere
Il cibo è uno dei protagonisti indiscussi delle pagine di Blogo. E’ completamente sua la scena di Gustoblog e di Sapori e Ricette, trova ampio spazio in Pinkblog ed è accordato in chiave di salute in Benessereblog. Anche oggi vogliamo parlarvene proprio in relazione alla salute, e lo vogliamo fare perché oggi, 16 ottobre, è la Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2014.
Ogni anno in questa data la FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) celebra l’anniversario della sua fondazione nell’ormai lontano 1945. La giornata non vuole però essere una semplice occasione di festeggiamenti, anzi. I suoi obiettivi sono molteplici e includono, tra gli altri, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla fame nel mondo, rafforzare la solidarietà nella lotta a fame e alla malnutrizione. Quest’anno, in particolare, al centro della Giornata Mondiale dell’Alimentazione ci sarà l’agricoltura familiare.
Attraverso la tematica “Nutrire il mondo, preservare il pianeta”, la FAO vuole puntare i riflettori “sul ruolo determinante dell’agricoltura familiare nel debellare fame e povertà, offrire sicurezza alimentare e nutrizione, migliorare i mezzi di sussistenza, gestire le risorse naturali, proteggere l’ambiente e realizzare uno sviluppo sostenibile, in particolare nella aree rurali”. Sono diversi, però, gli esperti di alimentazione a vari livelli che fanno sentire la loro voce, spostando anche in questa occasione l’attenzione su altri aspetti più prettamente associati al legame tra nutrizione e salute nel mondo occidentale.
Via e Foto | FAO
Un rapporto conflittuale
Lo psicoterapeuta Giovanni Porta coglie ad esempio l’occasione per parlarci dei disturbi dell’alimentazione.
È difficile descrivere in maniera generale i fattori che facilitano l’insorgere dei disturbi del comportamento alimentare
spiega l’esperto.
Il primo, e il più ampiamente analizzato, riguarda la famiglia di origine. Non a caso, il periodo di più frequente insorgenza di anoressia, bulimia e abbuffate incontrollate (binge eating) si situa in età adolescenziale, momento in cui il rapporto con la famiglia conosce una profonda trasformazione, che spesso mette in evidenza difficoltà di relazione preesistenti.
Ci sono famiglie in cui ai figli viene a mancare il più necessario dei nutrimenti: l’amore. Questo può avvenire per ragioni che hanno a che fare con problematiche personali non risolte dai genitori e/o con esigenze di vita non controllabili. I figli sviluppano e si abituano a convivere con un profondo senso di solitudine, quasi una impossibilità a sentirsi visti e riconosciuti, e può capitare che alcuni cerchino di controllare in maniera ossessiva il proprio corpo per avere un illusorio senso di padronanza di fronte a una realtà verso la quale si sentono impotenti, o almeno incapaci di ottenere ciò che a loro interessa davvero.
L’adolescenza è però anche un momento di intensi cambiamenti fisici e nelle relazioni con la società.
Il cibo può essere il luogo dentro il quale nascondersi e con il quale consolarsi (come nel caso delle abbuffate incontrollate) oppure qualcosa da evitare con attenzione: un nemico che rovina la nostra bellezza. Inoltre, tutti sappiamo quanto sia elevata la paura del giudizio, in questa fase della vita. La difficoltà di adattarsi alle prime, a volte feroci forme di competizione tra coetanei, timidezza, problemi relazionali, difficoltà a convivere con la frustrazione, rigidità, scarsa autostima (con conseguente difficoltà ad essere soddisfatti del proprio aspetto) ecc. sono tutti fattori personali che possono facilitare l’insorgere di disturbi del comportamento alimentare. Alle volte si inizia per gioco, o come sperimentazione, e ci si trova poi ad avere a che fare con una vera e propria dipendenza.
Come nelle dipendenze da sostanze psicotrope, una cattiva abitudine (dimagrire troppo, vomitare, oppure abbuffarsi) diviene un comportamento di cui non si riesce più a fare a meno. Diviene un modo “magico” per dominare emozioni troppo spiacevoli o per avere l’illusione di controllare situazioni che sfuggono di mano. Ma è una magia di cui prima o poi si paga un conto salato.
È importante che i genitori che si accorgono dell’esistenza di forme di disagio nei propri figli e nelle proprie figlie non facciano finta di niente, ma trovino il modo di parlare con loro, senza condannarli ma anzi interessandosi ai loro vissuti, accompagnandoli magari verso un professionista con il quale valutare se iniziare un percorso d’aiuto.
Non importa se la conseguenza del problema è l’anoressia, la bulimia o l’obesità. L’unico modo per risolverlo è risalire alle cause più profonde del disagio, aiutare chi lo vive a sentire le emozioni ritenute inascoltabili e a immaginare come potrebbe essere possibile cambiare e migliorare.
Acqua come cibo
Non bisogna puoi dimenticare che anche l’acqua è come un cibo per il corpo. Purtroppo, però, già da bambini la sua importanza viene trascurata. A evidenziarlo è un focus pensato proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione da In a Bottle, secondo cui solo 1 bambino su 2 beve quando a scuola e solo 4 su 10 lo fanno quando sono a casa. Più del 42% dei bambini non beve quando fa sport o attività fisica e oltre un terzo nemmeno quando a sete.
D’altra parte, molti bambini credono che i succhi di frutta siano indispensabili, quando in realtà queste ed altre bevande zuccherate non hanno un grande valore nutritivo e possono contribuire alla comparsa di carie e all’aumento di peso.
La carie dentaria e l’obesità sono minacce sempre crescenti per la salute dei figli, per questo è necessario aiutarli a sviluppare buone abitudini fin dalla giovane età
ha spiegato Patricia Mucavele, responsabile della nutrizione di Children’s Food Trust
Lavoriamo con il Natural Hydration Institute per cercare di spiegare i vantaggi derivanti dal bere acqua. In questo senso vorremmo vedere più disponibilità di acqua nelle scuole e nei luoghi pubblici garantendo ad adulti e bambini una sana alternativa alle altre bevande.
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