Obesità: dolcificanti e bibite senza zucchero confondono il cervello
Il cervello di chi consuma abitualmente bibite senza zucchero e dolcificanti può andare in confusione, aumentando così il rischio di obesità
C’è chi li usa per problemi di salute e chi lo fa perché vuole dimagrire un po’, ma in tutti i casi la motivazione di fondo è la stessa: limitare il consumo giornaliero di zucchero. L’effetto finale può, però, essere totalmente opposto: i dolcificanti possono spingerci a mangiare più del necessario. Anche se potenziali alleati nella lotta contro l’obesità, la saccarina e simili possono arrivare a confondere il cervello a tal punto da non farci più capire quante calorie abbiamo ingerito e da aumentare il rischio di accumulare chili di troppo.
Ad avvertire di questo inaspettato effetto collaterale dei dolcificanti sono Erin Green e Claire Murphy dell’Università della California e della San Diego State University. Le due ricercatrici si sono concentrate, in particolare, sul motivo per cui le bibite “light” o “diet” possono avere l’effetto contrario rispetto a quello per cui sono state pensate, aumentando il rischio di obesità.
Il loro studio, pubblicato sulla rivista Physiology & Behavior, ha coinvolto 24 giovani adulti senza problemi di salute, metà dei quali consumavano almeno una bibita senza zuccheri al giorno. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti ad analisi dell’attività cerebrale mentre valutavano il sapore di un’acqua dolcificata con zucchero o con saccarina.
Consumatori e non-consumatori di bibite senza zucchero hanno giudicato nello stesso modo il gusto dei due tipi di acqua, ma nei primi l’attivazione della regione del cervello che controlla il desiderio di cibo era minore, un fenomeno già in passato associato a un maggior rischio di diventare obesi. Infatti questa situazione i sensori cerebrali non riescono più a giudicare in modo corretto il consumo di energia.
Risultati simili sono stati ottenuti da Susan Swithers della Purdue University di West Lafayette, che ha dimostrato che il cervello degli animali alimentati sempre solo con cibo dolcificato con la saccarina sa regolare il consumo di cibo tenendo conto del fatto che il dolcificante non fornisce energia, mentre gli animali che ricevono a volte cibo con saccarina e altre volte cibo con zucchero ingrassano inevitabilmente.
Swithers ha spiegato che
in genere il cervello sfrutta la conoscenza del legame tra il sapore dolce e l’apporto di calorie per regolare l’assunzione di cibo.
Tuttavia, il cervello dei consumatori abituali di bibite “diet” non sa distinguere bene i dolcificanti dallo zucchero. Di conseguenza, nel momento in cui un cibo dolce perché contiene zucchero fornisce calorie in più rispetto a un cibo dolce, ma senza zucchero, questo cervello non sa più cosa fare e, nell’indecisione, sceglie di farci ingrassare.
Via | ScienceNews
Foto | Flickr