Omeopatia, gli italiani vogliono più informazioni
L'impossibilità di trovare posologia e indicazioni terapeutiche sul foglietto illustrativo viene vissuta come un limite dai consumatori, che vorrebbero essere più informati sulle modalità di impiego dei medicinali omeopatici
Spesso se ne parla a sproposito e l’ignoranza in materia rimane assai diffusa: è questa una delle opinioni predominanti degli italiani in tema di omeopatia. A svelarla è un’indagine condotta da AstraRicerche per Boiron Italia, filiale del noto gruppo leader nell’ambito dei medicinali omeopatici. In questo panorama il 76,8% del campione intervistato è convinto che “i medicinali omeopatici possono essere somministrati a chiunque, anche a bambini e anziani” e il 76,5% afferma che “non presentano in genere tossicità chimica, controindicazioni ed effetti indesiderati”, ma non solo. Ben il 51,7% di chi sostiene di conoscere i medicinali omeopatici (a volte senza averli mai utilizzati) vorrebbe saperne di più.
Secondo gli autori dell’indagine non c’è da stupirsi di questa richiesta di informazioni. Alla sua base ci sarebbe infatti anche la situazione anomala dell’Italia, unico fra i Paesi europei ad aver recepito in modo restrittivo le norme che impediscono alle aziende del settore di inserire indicazioni terapeutiche e posologia sul packaging o sulla confezione dei medicinali omeopatici. Il tutto nonostante dall’ormai lontano 1995 i rimedi omeopatici siano riconosciuti come medicinali a tutti gli effetti.
In realtà più di 21 milioni di italiani desidererebbero che anche i medicinali omeopatici riportassero delle indicazioni terapeutiche.
L’impossibilità di comunicare al grande pubblico le indicazioni terapeutiche sul foglietto illustrativo è secondo noi molto penalizzante per il paziente, a cui sono negate informazioni fondamentali per la sua salute
dichiara Silvia Nencioni, amministratore delegato e presidente di Boiron Italia.
Succede che il paziente si reca in farmacia, acquista un prodotto e poi fatica a ricordare come deve essere correttamente utilizzato.
Visto che stiamo parlando di medicinali efficaci e sicuri, è a mio parere auspicabile che le istituzioni tengano conto della richiesta di informazione da parte dei consumatori, sbloccando una situazione di anomalia che attualmente, fra tutti i Paesi europei, riguarda solo l’Italia.
Secondo Nencioni quello delle indicazioni terapeutiche è solo uno dei problemi che si ritrova ad affrontare il mondo dell’omeopatia in Italia.
Il divieto di inserire le indicazioni terapeutiche che le aziende del comparto devono rispettare è strettamente connesso al divieto di fare pubblicità sui medicinali
aggiunge Nencioni.
In Italia, infatti, le aziende del comparto omeopatico oggi non possono neppure nominare in pubblicità il nome del medicinale.
Tra gli altri dati significativi emersi dall’indagine c’è anche che il 94,8% degli utilizzatori dei medicinali omeopatici non smette di fare affidamento, se necessario, anche su altre terapie. Secondo Cosimo Finzi, amministratore delegato di AstraRicerche, questa mancanza di un uso “ideologico” – e quindi esclusivo – di questi medicinali è interessante proprio perché non esclude il ricorso ai farmaci “classici” anche da parte di chi usa l’omeopatia. Per molti, insomma, non si tratterebbe di una guerra contro la medicina convenzionale nonostante, spesso, “farmaci” e “rimedi omeopatici” siano stati dipinti come acerrimi nemici l’uno dell’altro.
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