L’ONU contro grassi e sale: Parmigiano, pizza e cibi made in Italy sono nel mirino?
Un report dell'Oms sull'alimentazione più equilibrata, fa tremare il made in Italy. Parmigiano e pizza? Dannosi come il fumo di sigaretta
Tutto è iniziato a giugno scorso, quando un report dell’Oms dal titolo “Time to deliver” aveva messo sul tavolo una serie di raccomandazioni per i paesi UE per migliorare la regolamentazione sui cibi più ricchi di grassi, sale e zuccheri, al fine di prevenire l’insorgenza di malattie cardiovascolari o metaboliche, come il diabete di tipo 2, così come il cancro.
Il tasto dolente: il timore che molti alimenti made in Italy come l’olio d’oliva, il Parmigiano reggiano, la pizza o il prosciutto di Parma possano trovarsi “bollati” come dannosi per la salute, esattamente come accade per le sigarette. Il rischio: che l’enogastronomia del Belpaese abbia un tracollo all’estero e che venga anche sottoposta a tassazione extra, come già accade con alcol e tabacchi.
L’argomento scottante verrà trattato nelle sedi preposte, all’ONU, il prossimo 27 settembre, data scelta per la terza riunione di valutazione dei progressi compiuti nella lotta alle malattie non trasmissibili.
Intanto l’Italia insorge e lo fa trasversalmente. In primis protesta l’Assica, l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, che rammenta “non esistono cibi buoni e cattivi quando viene incentivato un regime alimentare moderato e variegato, come del resto indica la stessa Dieta mediterranea”. Ma anche il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, dice la sua in un Tweet molto esaustivo:
[quote layout=”big” cite=”Luigi Scodamaglia]Parmigiano, Prosciutto, pizza e olio nuocciono gravemente alla salute, come una sigaretta. #OMS e #ONU dichiarano guerra al diabete e alle malattie cardiovascolari con attacco strumentale e inaccettabile[/quote]
Lo stesso ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, non ha tenuto per sé il proprio pensiero, lasciandosi andare a commenti coloriti in un’intervista di InBlu Radio:
[quote layout=”big” cite=”Gian Marco Centinaio]Siamo alla pazzia pura. Ritengono che facciano bene alla salute prodotti come la Coca Cola o altri perché light e poi ci condannano il Parmigiano o altri prodotti dell’enogastronomia italiana. Su questo faremo una battaglia molto dura[/quote]
Dal palazzo di vetro giunge qualche timida rassicurazione, per bocca di Francesco Branca, direttore del dipartimento di nutrizione dell’Oms per la salute e lo sviluppo:
[quote layout=”big” cite=”Francesco Branca]Le notizie di bollini neri su tale o tale alimento non sono corrette […] L’Oms raccomanda ai governi politiche per un’adeguata informazione, nelle scuole ad esempio, ma anche direttamente presso il consumatore con un’etichettatura dei prodotti in grado di fornire chiare informazioni sul loro contenuto[/quote]
Ma riguardo alla tassazione extra la linea resta quella temuta:
[quote layout=”big” cite=”Francesco Branca]Anche le politiche dei prezzi possono essere utili. In particolare, se prodotti non-sani sono disponibili a prezzi bassi è più alta la probabilità che il loro consumo aumenti[/quote]
Il punto è, se una pizza fosse giudicata non-sana al pari di un prodotto da fast food solo perché, ipotizziamo, viene presa ad esempio la classica quattro formaggi? Dovremo preferire una Coca light e un alimento processato, confezionato e surgelato ma nutrizionalmente “equilibrato” per una cena in famiglia o pagare il doppio per mangiarla? Ci chiederanno di esibire la tessera sanitaria anche in pizzeria?
Restiamo in attesa di risposte.
Via | Repubblica