Parli nel sonno? Forse pronunci parolacce e neologismi
Parlare nel sonno: ecco quali sono le parole che pronunci più spesso mentre dormi, dai neologismi alle parolacce che non ti aspetteresti
Hai “l’abitudine” di parlare nel sonno? Allora potresti pronunciare molte parolacce, e anche qualche parola nuova (o neologismo). A svelare quali sono le parole che più comunemente pronunciamo mentre dormiamo sono gli autori di un nuovo studio pubblicato sulle pagine della rivista scientifica Sleep Medicine Reviews, i quali hanno osservato che chi parla nel sonno tende ad emettere generalmente dei fischi, delle risatine, dei borbottii e delle brevi vocalizzazioni, la cui durata può andare da uno a un massimo di 30 secondi.
Pare che a parlare più spesso nel sonno siano soprattutto i bambini e i giovani, ma generalmente chi lo fa non ricorda di aver pronunciato delle parole. Sono in genere le persone che dormono nella stessa stanza a far notare questo “bizzarro” comportamento notturno.
Ma quali parole pronunciamo nel sonno? Ecco cosa fanno sapere gli autori dello studio.
Parlare nel sonno: quali sono le parole più frequenti?
Secondo gli esperti, fra le parole più frequenti vi sono i neologismi, ma anche parole volgari e vocalizzazioni che fanno riferimento a eventi traumatici.
La maggior parte delle vocalizzazioni si limita a una-cinque parole. La durata media di queste vocalizzazioni è di uno-due secondi, la massima di circa 30 secondi. Il volume può variare dal sussurro al grido e c’è accordo sul fatto che gli episodi di vocalizzazione hanno contenuti più emozionali se avvengono durante il sonno REM, rispetto ai contenuti più piatti e non emozionali del sonno non-REM,
hanno spiegato gli autori dello studio, aggiungendo che, con buona pace per tutti, mentre dormiamo pronunciamo anche delle parolacce, termini volgari che generalmente si riferiscono a situazioni erotiche, ma non solo. Durante il cosiddetto sonniloquio si fa anche riferimento a eventi che riguardano la vita quotidiana o a situazioni percepite come traumatiche. Gli autori spiegano inoltre che chi ha la tendenza a parlare nel sonno riesce anche a ricordare meglio ciò che ha sognato.
via | Corriere