Parotite: sintomi, contagio e cura
Scopri quali sono i sintomi della parotite, le modalità di contagio e i consigli per prevenire la malattia
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Una delle malattie tipiche dell’età infantile più conosciute è senza dubbio la parotite. Anche nota con il nome di “orecchioni”, per via del rigonfiamento delle ghiandole che si trovano proprio sotto i padiglioni auricolari, la parotite è una malattia infettiva “infantile” che, in realtà, potrebbe colpire anche in adolescenza e persino durante l’età adulta.
Si tratta di una malattia che, fortunatamente, può essere prevenuta semplicemente con un apposito vaccino.
All’origine di questa infezione vi è un virus che fa parte della famiglia dei Paramyxovirus, della quale fanno parte anche i virus parainfluenzali, quello responsabile del morbillo e il virus respiratorio sinciziale. Caratteristica più evidente della parotite è il rigonfiamento delle ghiandole parotidi, tuttavia questo non è il solo sintomo della malattia.
In questo articolo scopriremo quali sono i sintomi degli orecchioni, vedremo come avviene il contagio e come prevenire la malattia.
Parotite: modalità di contagio
Come molte malattie infettive, il contagio del virus della parotite (detto virus parotitico) avviene mediante l’esposizione a goccioline emesse da un paziente ammalato. Complici tosse e starnuti, il virus responsabile della patologia penetra infatti attraverso il naso o la bocca. La malattia viene tuttavia trasmessa anche mediante il semplice contatto diretto con le secrezioni emesse dal paziente.
La malattia può essere trasmessa anche prima che compaiano i sintomi. Il contagio può avvenire infatti fino a 6 giorni prima dell’esordio della sintomatologia, e può protrarsi fino ai 9 giorni successivi.
Chi colpisce di più?
La parotite, considerata una delle malattie esantematiche. anche se in realtà non ha l’esantema tra i suoi sintomi, colpisce in maggior misura i bambini di età compresa fra i 5 e i 15 anni. Molto rari sono i casi di contagio nei bambini di età inferiore ai 2 anni. Tuttavia, non sono immuni gli adulti, che potrebbero ammalarsi subendo delle conseguenze anche molto gravi.
Sintomi della parotite
Abbiamo già visto che uno dei sintomi degli orecchioni consiste proprio nel rigonfiamento della ghiandola parotide, che fa parte delle ghiandole salivari maggiori ed è posta proprio dietro la mandibola.
Tuttavia, come abbiamo accennato, questo non è il solo disturbo provocato dalla malattia. La parotite può infatti comportare disturbi come:
- Dolore durante la masticazione
- Difficoltà a deglutire
- Mal di testa
- Dolore nella zona auricolare
- Malessere generale
- Dolori muscolari
- Brividi
- Perdita dell’appetito
- Febbre (anche alta)
Il sintomo iniziale della parotite, ovvero il più precoce, è senz’altro il dolore durante la masticazione.
Dove fanno male gli orecchioni?
Per rispondere in modo semplice a questa domanda, considera che il dolore degli orecchioni interessa generalmente la zona delle orecchie e si manifesta maggiormente durante la masticazione e la deglutizione. Inoltre, il paziente può avvertire anche dei diffusi dolori muscolari.
Possibili rischi e complicanze
Nella maggior parte dei casi la parotite non è considerata una malattia grave, sebbene i suoi sintomi possano certamente risultare molto spiacevoli da tollerare. Se contratta in gravidanza, tuttavia, la malattia potrebbe causare aborto spontaneo o aumentare il rischio di malformazioni per il feto.
Nei rari in cui si verificano complicazioni nei bambini, queste comprendono encefaliti, meningiti sierose, pancreatiti e danni all’udito (in una piccola percentuale di pazienti in età pediatrica potrebbe verificarsi persino una perdita dell’udito).
Non a caso, questa malattia è considerata una delle principali cause di sordità acquisita nei bambini, soprattutto nelle zone del mondo in cui si registra un basso tasso di vaccinazione, un problema sempre più diffuso a causa della reticenza mostrata da molti genitori all’idea di far vaccinare i propri figli.
Possibili rischi negli adulti
Ma come si manifesta la parotite negli adulti? E quali sono le possibili complicazioni? Non vi sono grandi differenze per ciò che concerne la sintomatologia.
Va invece posta maggiore attenzione alle possibili complicanze. Se nella maggior parte dei casi, la malattia risulta essere di lieve gravità nei bambini, non possiamo affermare lo stesso per quanto riguarda gli adulti. La parotite, infatti, comporta delle complicanze più frequenti e potenzialmente gravi. Fra le più comuni, vi è il rischio di orchite per i pazienti di sesso maschile dopo la pubertà. Tale condizione consiste in un’infiammazione testicolare, e comporta un rigonfiamento di uno o di tutti e due i testicoli. Circa nella metà dei casi, si va incontro ad atrofia testicolare, una condizione che può provocare sterilità.
Abbiamo inoltre visto che il contagio nelle donne in gravidanza, in particolar modo durante le prime 12 settimane di gestazione, è associato a un maggior rischio di aborto spontaneo o di malformazioni fetali.
Tra le possibili complicazioni che riguardano la popolazione adulta si annoverano anche la meningo-encefalite e la pancreatite, ovvero un’infiammazione del pancreas.
Diagnosi
Di fronte ai sintomi elencati, sarà necessario contattare il medico o il pediatra. Quest’ultimo potrebbe formulare una prima diagnosi sulla base delle manifestazioni cliniche. Tuttavia, la diagnosi di parotite dovrebbe essere confermata attraverso esami di laboratorio volti a individuare l’eventuale presenza di anticorpi specifici contro il virus della parotite. Tali esami vengono indicati anche per una questione di salute pubblica.
Come si cura la parotite?
Il trattamento degli orecchioni, proprio come in molte altre malattie di origine virale, sarà di tipo sintomatico e di supporto. Ciò significa che il medico prescriverà farmaci e trattamenti volti ad alleviare i sintomi. Per combattere la febbre, saranno dunque indicati degli antipiretici, mentre per alleviare il dolore provocato dall’infiammazione.
In caso di febbre molto alta, sarà essenziale contattare il medico, oltre ad assumere una dieta leggera e sufficienti liquidi per evitare un eventuale stato di disidratazione. Una dieta semiliquida si rivelerà l’ideale anche per evitare il dolore durante la masticazione e durante la deglutizione.
Si consiglia inoltre di evitare cibi acidi o bevande come succhi di arancia o altri agrumi, poiché potrebbero aumentare il fastidio.
Il paziente dovrebbe essere isolato fino ad avvenuta guarigione o finché sarà passata la fase contagiosa della malattia, ovvero fino alla completa scomparsa del gonfiore ghiandolare.
Come prevenire la parotite: l’importanza del vaccino
Proprio come il morbillo, anche gli orecchioni possono essere trasmessi da persona a persona. Per ridurre il rischio di contagio, oltre al rispetto delle consuete norme igieniche (lavaggio delle mani, evitare di toccare bocca e mucose con le mani sporche ed evitare contatti ravvicinati con persone affette dalla malattia), il mezzo più adatto per prevenire la parotite è senz’altro quello di sottoporsi all’apposito vaccino.
Nei bambini la vaccinazione obbligatoria viene effettuata in due dosi, di cui la prima avverrà a partire dai 12 mesi di età del bambino. La seconda dose sarà somministrata fra i 4 e i 6 anni. Il vaccino contro gli orecchioni contiene virus parotitico vivo e attenuato, in grado di stimolare le difese immunitarie dell’organismo. Ciò conferirà un’immunità che durerà in modo permanente nel tempo.
Possibili effetti collaterali
Solo di rado si manifestano degli effetti collaterali legati al vaccino contro la parotite. Fra i più comuni, vi sono leggere infiammazioni nel punto di iniezione, eruzioni cutanee e leggera febbre. Possono registrarsi anche un ingrossamento dei linfonodi e gonfiore o tumefazione delle ghiandole parotidi.
Solo in casi rarissimi possono manifestarsi reazioni allergiche con gonfiore alla bocca, difficoltà respiratorie e shock.
Chi non deve sottoporsi al vaccino
Come sempre quando si parla di vaccini con virus vivi attenuati, il vaccino anti-parotite non potrà essere somministrato a coloro che soffrono di deficit immunitari o che sono sottoposti a terapia immunosoppressiva. Il vaccino dovrebbe essere evitato anche dalle donne in gravidanza o da quelle che stanno cercando di rimanere incinte.
Dovranno evitare la vaccinazione anche coloro che hanno manifestato delle reazioni allergiche a precedenti vaccini, e tutti coloro che risultano già immunizzati in quanto hanno contratto già in precedenza la malattia.