Pillola e depressione, esiste un legame?
Gli studi condotti fino ad oggi mettono a disposizione dati contrastanti. Ecco cosa si sa sul legame tra uno dei più diffusi metodi contraccettivi e i disturbi dell'umore
Sono passati ormai più di 50 anni da quando la pillola anticoncezionale ha rivoluzionato il modo in cui le donne possono vivere la loro sessualità. Da allora molti passi in avanti hanno permesso di ridurre l’incidenza di effetti collaterali, prima fra tutte la riduzione delle dosi di ormoni assunte con ogni compressa. Tuttavia, anche se il numero di donne che oggi ha a che fare con questi effetti indesiderati è piuttosto limitato, gli studi sul tema continuano.
Il dibattito è spesso limitato ai “soliti” effetti indesiderati, in particolare ritenzione idrica, aumento di peso, tumori. C’è, però, anche un altro aspetto da tenere in considerazione: il rischio che l’assunzione di ormoni possa influenzare l’umore fino a portare alla comparsa dei sintomi della depressione.
Una storia lunga mezzo secolo
Dopo l’introduzione della prima pillola una giovane giornalista statunitense, Barbara Seaman, iniziò a ricevere lettere di lettrici che lamentavano diversi effetti collaterali associati alla sua assunzione, incluse alterazioni dell’umore. Ancora oggi basta navigare fra i forum online per accorgersi che, anche se si tratta di un problema molto più contenuto rispetto al passato, non mancano le donne che raccontano di problemi di ansia e depressione riconducendoli all’assunzione della pillola anticoncezionale.
Purtroppo gli studi condotti sul tema fino ad oggi non sono molti. Ciò non significa che non si abbiano dati a disposizione a tal proposito, anzi, alcuni sono anche piuttosto recenti. Uno studio pubblicato nel 2012 sul Journal of Affective Disorders sembra ad esempio indicare che l’umore delle donne sia più a rischio quando assumono pillole a base di soli progestinici che quando assumono contraccettivi ormonali combinati, oggi più prescritti rispetto ai primi e i cui benefici, sottolinea l’Agenzia italiana del farmaco (l’Aifa),
superano di gran lunga il rischio di effetti indesiderati gravi nella maggior parte delle donne.
Cosa dire, però, del confronto fra le donne che assumono la pillola e quelle che non la assumono? I dati a tal proposito sono discordanti. Uno studio dell’Alfred Psychiatry Research Centre di Melbourne sembra indicare che per le prime il rischio di depressione sia doppio che per le seconde. I suoi autori avvertono però che sarebbe necessario uno studio più ampio che confermi questa statistica.
Più recentemente, uno studio pubblicato sull’American Journal of Epidemiology da un gruppo di ricercatori della Columbia University di New York ha rilevato un fenomeno totalmente opposto: fra le oltre 6 mila donne tra i 25 e i 34 anni coinvolte nella ricerca l’assunzione della pillola non è risultata associata a un aumento del rischio di depressione, anzi. Le donne che assumevano contraccettivi a base di ormoni hanno riportato meno sintomi della depressione rispetto a quelle che si affidavano ad altri metodi o che non prendevano nessuna precauzione anticoncezionale.
Quali sono i dati di cui fidarsi?
Una questione personale
Al momento sembra impossibile affermare con certezza se assumere la pillola aumenti il rischio di depressione. Probabilmente come nella maggior parte delle situazioni generalizzare è tanto difficile quanto inopportuno. Hilda Hutcherson, professore di Ostetricia e Ginecologia alla Columbia University, sottolinea ad esempio che
se le donne hanno una storia di depressione o sono inclini alla depressione hanno una probabilità maggiore di dover affrontare i sintomi della depressione durante l’assunzione della pillola anticoncezionale.
Le cose potrebbero però andare anche nel verso totalmente opposto.
Alcune donne con sindrome premestruale possono i realtà vedere i loro sintomi e il loro umore migliorare nel momento in cui iniziano ad assumere la pillola
racconta Shirley McQuade, direttore medico del Dublin Well Woman Centre, precisando che nella sua esperienza è più frequente che le pazienti che iniziano ad assumere la pillola diventino più apatiche piuttosto che depresse. Per di più in genere ci si accorge di questo effetto collaterale solo quando si smette di assumere il farmaco o si cambia il tipo di pillola assunta.
In effetti il problema sembra essere legato al progesterone presente nella pillola. Ad aumentare il rischio di depressione non sarebbe però tanto la dose di questo ormone, ma il tipo di progesterone assunto.
Progesterone è il nome di gruppo per diversi tipi di ormoni
spiega McQuade. Per questo assumere una pillola che contiene un ormone diverso potrebbe far mentre meno gli effetti del farmaco sull’umore.
Non bisogna, infine, dimenticare che capita non di rado che una donna inizi ad assumere la pillola in periodi particolari della sua vita e che i cambiamenti d’umore potrebbero essere dovuti anche a fattori diversi rispetto all’assunzione di ormoni. Resta il fatto che è sempre bene parlare al proprio medico di eventuali sintomi che facciano sospettate effetti collaterali di qualsiasi tipo, incluse alterazioni dell’umore. Se, invece, non si avvertono particolari problemi e non si ricade nella casistica delle controindicazioni indicate nel foglietto illustrativo non sembrano esserci buoni motivi per dover rinunciare a una pillola che sembra essere l’anticoncezionale più adatto al proprio caso.
- Non dimenticate di scaricare la Blogo App, per essere sempre aggiornati sui nostri contenuti. E’ disponibile su App Store e su Google Play ed è gratuita.
Via | Reuters; Independent