Pillole che stimolano l’intelligenza
Quante volte ci è capitato di sentirci stanchi, stressati e sfiniti ai limiti della sopportabilità, ma costretti dal lavoro, dalle circostanze o dal nostro modo di essere abbiamo forzato la nostra resistenza e siamo andati ancora un po’ oltre le nostre possibilità fisiche e mentali. Magari in uno di questi momenti avremmo apprezzato un aiuto, […]
Quante volte ci è capitato di sentirci stanchi, stressati e sfiniti ai limiti della sopportabilità, ma costretti dal lavoro, dalle circostanze o dal nostro modo di essere abbiamo forzato la nostra resistenza e siamo andati ancora un po’ oltre le nostre possibilità fisiche e mentali. Magari in uno di questi momenti avremmo apprezzato un aiuto, qualcosa che potesse cancellare rapidamente dodici ore di lavoro e si portasse via in un colpo di spazzola tutta la stanchezza accumulata. Qualcosa di rapido, come una pillola.
Ebbene, qualcosa del genere esiste davvero. Sono pillole già in commercio ma utilizzate al di fuori della loro abituale indicazione. Si chiamano cognitive enhancer, ovvero stimolatori delle facoltà cognitive. Basta prenderne una e la nostra attenzione, concentrazione e facoltà di decisione d’un tratto riaffiorano più potenti che mai. E così possiamo andare avanti per ore a lavorare e a sgobbare duro senza nemmeno dover dormire.
Una sorta di doping delle facoltà mentali a cui sempre più persone fanno ricorso specie negli Stati Uniti. Secondo un sondaggio svolto dalla rivista Nature, l’80% dei 1400 intervistati si è dichiarato pronto a usare queste pillole. Qualche esempio? I farmaci come quelli prescritti per l’iperattività dei bambini che – assunti in dosi maggiori – funzionano come stimolatore dei neuroni per adulti.
Un fenomeno che negli Usa è molto diffuso anche tra i giovani che vi fanno ricorso quando sono sotto esame perché sono più efficaci degli Energy drinks o delle cosiddette smart drugs.
Intanto, la ricerca va avanti nella speranza di trovare nuove molecole che possano agire direttamente a livello cerebrale e mettere fine all’uso scorretto dei farmaci. Uno dei principali finanziatori di queste ricerche è l’esercito statunitense che sta cercando ormai da anni un antidoto allo stress e alla stanchezza da combattimento, farmaci che poi utilizzeremo anche noi per essere sempre più smart, sempre attenti ed efficienti. Farmaci che ci renderanno sempre più simili a robot e sempre più dipendenti dal lavoro. Allora mi e vi chiedo: la vogliamo davvero una pillola così?
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