Più di 60mila medici potrebbero trovarsi disoccupati entro il 2032

La situazione dei medici ospedalieri in Italia sta attraversando una fase di transizione significativa, secondo un recente studio condotto dal sindacato di categoria Anaao-Assomed. Fino al 2027, il Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) si troverà a fronteggiare una carenza di specialisti, stimata tra le 20.000 e le 25.000 unità. Tuttavia, a partire dal 2028 e fino al 2032, si prevede un’inversione di tendenza, con un possibile surplus di medici, con circa 60.000 neolaureati pronti a entrare nel mercato del lavoro. Questo scenario potrebbe portare a una situazione critica, con molti professionisti in cerca di occupazione, mentre i pensionamenti non giustificheranno un numero così elevato di nuovi ingressi.

Criticità del sistema sanitario

Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao-Assomed, ha messo in guardia contro l’idea che l’aumento dei posti nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia possa risolvere il problema. Secondo il sindacalista, è essenziale affrontare prima le criticità già esistenti nel sistema sanitario, altrimenti si corre il rischio di sprecare risorse pubbliche. Gli interventi limitati all’offerta formativa non sono sufficienti a fermare l’emorragia di medici dal settore pubblico. Di Silverio sottolinea che è fondamentale rendere più attrattivo il lavoro negli ospedali e nei servizi territoriali, affinché i medici specialisti e specializzandi scelgano di rimanere nel Ssn.

Il sindacato propone di affiancare all’offerta formativa un sistema di incentivi e di valorizzazione del lavoro medico, che tenga conto del riconoscimento sociale ed economico e del ruolo professionale all’interno delle strutture sanitarie. Attualmente, molti medici abbandonano il Ssn a causa di retribuzioni insufficienti, aggressioni e rischi legali, oltre alla mancanza di tempo per la vita personale e sociale.

Invecchiamento della popolazione e aumento della domanda di salute

Un altro aspetto rilevante emerso dallo studio riguarda l’incremento della domanda di assistenza sanitaria, dovuto all’invecchiamento della popolazione italiana. Tra il 2002 e il 2022, l’età media è aumentata da 41,9 a 46,2 anni, con un incremento della percentuale di over 65 dal 18,7% al 23,8%, e degli over 80 dal 4,38% al 7,6%. Nonostante questo, la disponibilità di medici non ha seguito lo stesso andamento, anzi, è diminuita rispetto al 2009, anno in cui si registrò il picco delle dotazioni organiche.

Di Silverio avverte che affrontare questa situazione senza interventi mirati è irrealistico. La domanda di cure è notevolmente aumentata rispetto a vent’anni fa, mentre la forza lavoro nel settore è limitata a circa 24.797 medici. La crescente richiesta da parte della popolazione anziana richiede un adeguamento immediato delle risorse.

Proposte per il futuro della sanità

Anaao-Assomed ha avanzato diverse proposte per affrontare le problematiche attuali. Tra queste, la necessità di aumentare il numero di medici nel Ssn, garantendo assunzioni per i giovani specialisti. Di Silverio ha ribadito l’importanza di abbattere i limiti di spesa per il personale e di investire risorse significative sul capitale umano, che rappresenta il vero motore della sanità italiana.

In merito alle retribuzioni, il sindacalista ha evidenziato che il contratto 2019/21 prevede un compenso medio di circa 85.000 euro lordi all’anno, ben al di sotto della media europea, che si attesta intorno ai 145.000 euro. Paesi come Lussemburgo, Islanda, Olanda e Belgio superano i 180.000 euro, evidenziando la necessità di un adeguamento salariale per i medici italiani, al fine di attrarre e mantenere i professionisti nel Ssn.

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Lucia Rossi