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Poliomielite sintomi, cure, come si trasmette e vaccino

Debellata in Italia nel 1983, la poliomielite è una malattia infettiva da non sottovalutare: ecco i sintomi, le cure, come si trasmette e il suo vaccino.

Poliomielite sintomi, cure, come si trasmette e vaccino

Fonte immagine: KlausHausmann

La poliomielite è una malattia infettiva che colpisce il sistema nervoso. I virus della poliomielite sono tre tipi di polio-virus (1, 2 e 3), appartenente al genere enterovirus: essi invadono il sistema nervoso nel giro di poche ore, distruggendo le cellule neurali colpite e causando una paralisi che può diventare, nei casi più gravi, totale.

L’ultimo caso di poliomielite in Italia risale al 1982.

Storia e origini della poliomielite

La poliomielite (nota anche come polio) è una malattia altamente contagiosa particolarmente pericolosa per i bambini di età inferiore ai 5 anni. Grazie all’iniziativa globale di eradicazione nel 1988, le Americhe, l’Europa, il Pacifico occidentale ed il Sud-est asiatico sono oggi considerate libere dalla polio. L’ultima grande epidemia di poliomielite in Italia fu nel 1958. Si verificò durante l’estate.

Chi debellò la poliomielite

Quando e chi debellò la poliomielite, quindi? Furono l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), insieme al Rotary International, all’UNICEF e ai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC).

Il vaccino contro la malattia è stato sviluppato nel 1953 ed è stato reso disponibile nel 1957. La poliomielite in Italia è stata debellata nel 1983, anno dell’ultimo caso registrato. Gli effettivi ultimi casi di poliomielite in Italia si sono verificati nel 1984 e 88 per via di due bambini non vaccinati provenienti da un paese estero.

I morti per poliomielite nel mondo sono stati più di mezzo milione ogni anno tra gli anni 1940 e 1950, momento nel quale si è registrato il suo massimo picco.

Tipi di poliomielite

Esistono tre tipi di poliomielite:

  • La poliomielite abortiva, che è la più lieve delle tre.
  • Poliomielite non paralitica, i cui sintomi sono più gravi della forma precedente ma non preoccupanti.
  • La poliomielite paralitica: ovvero la forma più grave che può provocare paralisi permanente di alcuni gruppi muscolari e morte.

Nonostante sia stata debellata in gran parte del mondo, la poliomielite oggi costituisce ancora un problema per i paesi poveri e sottosviluppati.

Fonte: David Mark

Come si trasmette

Come si prende e si trasmette la poliomielite?

Il poliovirus è molto contagioso e si diffonde attraverso il contatto da persona a persona. Esso entra nel corpo attraverso la bocca, nell’acqua o nel cibo che è stato contaminato con materiale fecale di una persona infetta (vive, infatti, nella gola e nell’intestino di un soggetto infetto).

Il contagio di norma avviene attraverso l’ingestione di acqua o cibi contaminati o tramite la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori sani.

Si trasmette anche attraverso il contatto con feci infette. Il virus può essere escreto nelle secrezioni nasofaringee per 1-2 settimane, e nelle feci per 3-6 settimane, anche nelle persone che non sviluppano sintomi dopo l’infezione. Può infettare persone di tutte le età.

I sintomi della poliomielite

La malattia si manifesta con sintomi comuni che di solito durano da 2 a 5 giorni, per poi scomparire da soli. La maggior parte delle persone infettate dal poliovirus, tuttavia, non si ammala e non sa di essere stata infettata. Un quarto delle persone infette, invece, presentano sintomi simili a quelli causati da una comune influenza.

Nello specifico i più comuni sintomi della poliomielite sono:

  • Mal di gola
  • Febbre
  • Stanchezza
  • Mal di testa
  • Nausea
  • Vomito
  • Mal di stomaco
  • Irrigidimento del collo
  • Dolore agli arti

In una percentuale minore di persone (molto meno di una su 100) si sviluppano sintomi più gravi che colpiscono il cervello e il midollo spinale e che possono portare alla paralisi dei muscoli respiratori, che può essere fatale.

Sintomi della poliomielite paralitica

I sintomi della poliomielite paralitica – più rara della precedente – comprendono febbre e cefalea e sono, almeno inizialmente, simili alla forma precedente. Entro una settimana, tuttavia, tendono a comparirne altri come perdita di riflessi, forti dolori muscolari o debolezza, paralisi o debolezza degli arti, parestesia (sensazione di spilli e aghi nelle gambe), meningite in circa 1 persona su 25.

La paralisi resta il sintomo più grave associato alla poliomielite: essa può condurre ad una invalidità permanente e, nei casi più gravi, alla morte.

La mortalità per la forma paralitica della poliomielite è generalmente del 2-5% per i bambini e del 15-30% per gli adulti.

Sindrome post-polio

Unitamente a paralisi muscolare temporanea o permanente, disabilità, deformità ossee e morte (nel caso della forma paralitica), tra le conseguenze della poliomielite c’è la sindrome post polio.

Una volta guariti dalla malattia è possibile che si ripresenti anche a distanza di molti anni (per intenderci, anche dopo 15-40). In questo caso, i sintomi più comuni sono una debolezza muscolare e articolare continua, il peggioramento del dolore muscolare, affaticamento, difficoltà a respirare e deglutire, apnea notturna o problemi respiratori legati al sonno, problemi di concentrazione e memoria.

Diagnosi

La diagnosi viene effettuata dal medico a seguito di visita e osservazione dei sintomi. Il professionista si occuperà di valutare i riflessi, la rigidità della schiena e del collo o la difficoltà a sollevare la testa mentre si è distesi. In quanto agli esami di laboratorio, questi includono l’analisi di campioni prelevati dalla gola o delle feci.

L’isolamento del virus in coltura è il metodo più sensibile per diagnosticare l’infezione da poliovirus. La sierologia, invece, può essere utile per supportare la diagnosi di poliomielite paralitica.

Fonte: Vinzenz Lorenz M

Cura e prevenzione della poliomielite

Ancora oggi non esistono cure specifiche per la poliomielite, se non trattamenti che possono ridurre i sintomi e aumentare il benessere di chi ne è affetto, accelerare il recupero e prevenire le complicazioni. I trattamenti più comuni prevedono il riposo a letto, la somministrazione di antidolorifici, l’uso di ventilatori portatili – che hanno via via sostituito il polmone d’acciaio inizialmente usato per tenere in vita i malati di poliomielite – per assistere la respirazione e un moderato esercizio fisico – una sorta di riabilitazione – per prevenire la perdita delle funzioni muscolari. L’unico mezzo di prevenzione della malattia è la vaccinazione.

I medici ricorrono anche a farmaci antispastici per rilassare i muscoli, antibiotici per le infezioni del tratto urinario, asciugamani caldi per alleviare dolori muscolari e spasmi. Nei casi più gravi di debolezza delle gambe, può essere indispensabile il ricorso ad una sedia a rotelle.

Vaccino contro la poliomielite

Esistono due tipi di vaccini che possono prevenire la poliomielite.

  1. Il vaccino antipolio inattivato (IPV). Somministrato per iniezione nella gamba o nel braccio, a seconda dell’età del paziente.
  2. Il vaccino orale contro il poliovirus (OPV) diffusamente utilizzato in tutto il mondo. Quest’ultimo, somministrato fino ad anni recenti anche in Italia, ha permesso di eradicare la poliomielite in Europa. In Italia non è più in uso dal 2002.

Il vaccino antipolio protegge i bambini preparando i loro corpi a combattere il relativo virus. Quasi tutti i bambini che hanno ricevuto tutte le dosi raccomandate del vaccino inattivato saranno protetti dalla polio.

Il vaccino contro la poliomielite è obbligatorio in Italia dal 1966. L’OPV bivalente, invece, continua ad essere utilizzato nella maggior parte dei paesi a medio e basso reddito.

Vaccino poliomielite, scoperta

I due vaccini antipoliomielite dei quali abbiamo appena trattato sono stati fondamentali nel debellare la poliomielite. Il primo è stato scoperto e sviluppato da Jonas Salk e testato nel 1954. Invece il vaccino orale è stato sviluppato da Albert Bruce Sabin con poliovirus attenuati.

Vaccinazione contro la poliomielite in Italia

La vaccinazione in Italia è stata attivata alla fine degli anni cinquanta. Il primo vaccino ad essere stato somministrato è stato il Sabin o OPV, somministrato per via orale.

A partire dal 2002, a prendere il posto di quest’ultimo è stato il vaccino Salk o IPV contenente i tre virus della poliomielite uccisi (inattivati).

Il ciclo completo della vaccinazione antipoliomielite prevede la somministrazione di 4 dosi. Durante l’adolescenza ne viene somministrata una quinta.

Il vaccino contro la poliomielite è pericoloso?

Non sono legati particolari effetti collaterali al vaccino contro la polio che, nel suo complesso, è ben tollerato.

Gli eventuali effetti collaterali sono indolenzimento, indurimento, rossore o dolore nella zona dell’iniezione e più raramente sensazione di freddo. In rari casi si possono registrare reazioni allergiche.

L’IPV può causare una reazione allergica in alcune persone, specie in chi è allergico a antibiotici streptomicina, polimixina B e neomicina.

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