Benessereblog Benessere Psicologia Bassi livelli di vitamina D aumentano il rischio di depressione?

Bassi livelli di vitamina D aumentano il rischio di depressione?

Bassi di vitamina D sono associati a un aumento dei sintomi negativi e depressivi. Ecco cosa emerge da un nuovo studio.

Bassi livelli di vitamina D aumentano il rischio di depressione?

Una mancanza di vitamina D è associata a un aumento dei sintomi di depressione, secondo un nuovo studio presentato all’International Early Psychosis Association, i cui autori hanno cercato di scoprire se bassi livelli di vitamina D possono essere associati all’insorgenza di specifici sintomi, e se la carenza di vitamina D è associata a deficit cognitivi nei giovani con un disturbo psicotico. Per giungere a tale conclusione, gli esperti hanno esaminato i livelli di vitamina D di un campione di 225 pazienti in trattamento per disturbi psicotici e di un altro campione di 159 persone (gruppo di controllo). I soggetti sono stati sottoposti a test cognitivi per valutare la velocità di elaborazione, l’apprendimento verbale, la memoria verbale ed altri test.

Esaminando i dati raccolti, gli esperti non solo avrebbero constatato che esistono dei legami fra bassi livelli di vitamina D e un aumento dei sintomi negativi e depressivi, ma avrebbero anche identificato l’esistenza di un’associazione tra carenza di vitamina D e disturbi cognitivi per quanto riguarda la velocità di elaborazione e la fluenza verbale.

Le associazioni tra bassi livelli di vitamina D e un aumento dei sintomi negativi e depressivi, e una diminuzione della velocità di elaborazione e fluenza verbale sono buoni argomenti per la pianificazione, su larga scala, di studi randomizzati e controllati in gruppi di popolazioni,

spiegano giustamente gli autori dello studio

al fine di giungere a conclusioni in merito al potenziale effetto benefico della vitamina D nel caso di disturbi psicotici.

via | Medicalxpress.com, Independent.co.uk

Le informazioni riportate su Benessereblog sono di natura generale e non possono essere utilizzate per formulare indagini cliniche, non devono essere considerate come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento, l’assunzione o la sospensione di un farmaco , non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico generico, di uno specialista , di un dietologo o di un fisioterapista. L’utilizzo di tali informazioni e’ sotto la responsabilita’, il controllo e la discrezione unica dell’utente. Il sito non e’ in alcun caso responsabile del contenuto, delle informazioni, dei prodotti e dei servizi offerti dai siti ai quali greenstyle.it puo’ rimandare con link.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Ho ancora il ciclo dopo 10 giorni, cosa devo fare?
Corpo

Molte donne hanno a che fare con un ciclo mestruale irregolare ma, nel caso in cui si prolunghi per oltre 10 giorni, è consigliabile consultare un ginecologo. Questa condizione, chiamata menorragia, può essere causata da squilibri ormonali, fibromi uterini, problemi di coagulazione. Un medico può eseguire esami diagnostici per identificare la causa sottostante e suggerire il trattamento appropriato, che potrebbe includere terapie farmacologiche a seconda della causa.