Benessereblog Salute Apnea ostruttiva del sonno e depressione: esiste un legame?

Apnea ostruttiva del sonno e depressione: esiste un legame?

Esiste un legame fra apnea ostruttiva del sonno e depressione? La risposta arriva da questo nuovo studio.

Apnea ostruttiva del sonno e depressione: esiste un legame?

Quando un individuo è depresso e ha pensieri suicidi, o quando il trattamento per la depressione non funziona, è probabilmente il caso di verificare che non soffra anche di apnea ostruttiva del sonno.

Questo è ciò che emerge da un nuovo studio pubblicato sulle pagine della rivista The Journal of Psychiatric Research, i cui autori spiegano che ciò vale anche quando queste persone non sembrano rientrare nel classico profilo dell’apnea ostruttiva del sonno (che comprende l’essere maschi, in sovrappeso, avere la tendenza a russare e lamentare sonnolenza diurna).

I ricercatori hanno scoperto che vi era la presenza di una malattia clinicamente rilevante nel 14% dei 125 pazienti adulti con disturbo depressivo maggiore, insonnia e pensieri suicidi che sono stati presi in esame. Il 44% dei pazienti presentava depressione resistente al trattamento, e quattro dei 17 con diagnosi di apnea ostruttiva del sonno avevano problemi gravi.

Il trattamento dell’apnea ostruttiva del sonno può migliorare i sintomi della depressione e dovrebbe essere incluso uno screening completo per il problema del sonno in caso di depressione resistente al trattamento

spiegano gli autori dello studio, i quali aggiungono che importanti domande a cui bisogna trovare una risposta riguardano i pensieri suicidi e la loro eventuale connessione con l’apnea notturna.

La depressione resistente al trattamento può anche risultare come un effetto collaterale dell’assunzione di altri farmaci, come ad esempio i beta-bloccanti e i corticosteroidi prescritti per coloro che soffrono di problemi come il lupus e l’artrite reumatoide.

via | Eurekalert
Foto da Pixabay

Le informazioni riportate su Benessereblog sono di natura generale e non possono essere utilizzate per formulare indagini cliniche, non devono essere considerate come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento, l’assunzione o la sospensione di un farmaco , non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico generico, di uno specialista , di un dietologo o di un fisioterapista. L’utilizzo di tali informazioni e’ sotto la responsabilita’, il controllo e la discrezione unica dell’utente. Il sito non e’ in alcun caso responsabile del contenuto, delle informazioni, dei prodotti e dei servizi offerti dai siti ai quali greenstyle.it puo’ rimandare con link.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Ho ancora il ciclo dopo 10 giorni, cosa devo fare?
Corpo

Molte donne hanno a che fare con un ciclo mestruale irregolare ma, nel caso in cui si prolunghi per oltre 10 giorni, è consigliabile consultare un ginecologo. Questa condizione, chiamata menorragia, può essere causata da squilibri ormonali, fibromi uterini, problemi di coagulazione. Un medico può eseguire esami diagnostici per identificare la causa sottostante e suggerire il trattamento appropriato, che potrebbe includere terapie farmacologiche a seconda della causa.