Benessereblog Salute Malattie Coronavirus: da dove è partita e come si è sviluppata la pandemia. Dal paziente 0 alle 3 varianti

Coronavirus: da dove è partita e come si è sviluppata la pandemia. Dal paziente 0 alle 3 varianti

Il paziente zero si è infettato tra la metà di settembre e l'inizio di dicembre 2019.

Coronavirus: da dove è partita e come si è sviluppata la pandemia. Dal paziente 0 alle 3 varianti

Sulla rivista scientifica “Pnas” è stato pubblicato uno studio portato avanti dai ricercatori dell’Università di Cambridge, nel Regno Unico, in collaborazione con dei colleghi tedeschi, che ricostruisce i primi passi dell’epidemia da coronavirus Covid-19.

Secondo questa ricerca, il paziente zero, ossia il primo caso umano di coronavirus Sars-CoV-2, si è infettato tra la metà di settembre e l’inizio di dicembre 2019. Ci sono state poi rapide mutazioni che impediscono agli studiosi di ricostruire un albero genealogico ordinato di questo particolare tipo di virus.

I ricercatori, per ricostruire i primi percorsi evolutivi del Covid-19, hanno usato tecniche che solitamente servono per “mappare i movimenti delle popolazioni umane preistoriche attraverso il Dna”. Sono stati così analizzati i primi 160 genomi virali completi sequenziali di pazienti Covid nel mondo dal 24 dicembre 2019 al 4 marzo 2020. Questo numero, però, è già salito a ben 1.001 genomi.

Gli scienziati hanno allora usato un algoritmo matematico per visualizzare tutti i possibili alberi genealogici, scoprendo così una rete virale che è come una sorta di istantanea delle fasi iniziali di un’epidemia prima che i suoi percorsi venissero oscurati da troppe mutazioni.

In particolare sono state individuate tre varianti:

– la variante A è la radice dell’epidemia, la più strettamente correlata al virus trovato nei pipistrelli e nei pangolini. Era presente a Wuhan, ma non era quella predominante, mentre è stata individuata in cittadini americani che avevano vissuto a Wuhan e in molti pazienti statunitensi e australiani;

– la variante B deriva dalla A, ma si distingue per due mutazioni; è la più presente a Wuhan ed è prevalente nei malati di tutta l’Asia orientale, poco presente, invece, altrove. Secondo gli autori è come se ci fosse una sorta di “resistenza” contro questo tipo di virus nelle altre aree del pianeta;

– la variante C è figlia della B ed è quella più diffusa in Europa, trovata nei primi pazienti di Francia, Italia, Svezia e Inghilterra. Sembra assente in Cina, ma è stata trovata a Singapore, Hong Kong e Corea del Sud.

Secondo gli scienziati è possibile che la variante B di Wuhan si sia adattata a una gran parte della popolazione dell’Asia orientale e che il virus abbia avuto bisogno di mutare per attecchire nelle altre zone del mondo, da qui la variante C.

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