Il potassio è uno dei minerali presenti nel nostro organismo fondamentale per il funzionamento di cuore, sistema nervoso, muscoli e anche per l’equilibrio idro-salino. A volte capita che, facendo delle analisi del sangue, si rilevino livelli elevati di potassio ematico: in questo caso si parla di iperkaliemia (da “kalium”, potassio in latino. Da qui anche la lettera K per indicare questo minerale nella tavola periodica degli alimenti) o di iperpotassiemia. Le cause di potassio alto nel sangue sono diverse, ma attenzione: l’iperkaliemia di per sé non è una malattia vera e propria, ma è un rilievo ematologico che indica la presenza di una patologia sottostante che causa questo innalzamento dei livelli di potassio ematici.
Tuttavia livelli di potassio troppo elevati possono portare a sviluppare sintomi e segni clinici da tenere in considerazione. In questi casi, dovrai fare estrema attenzione anche all’alimentazione, escludendo o limitando nella dieta tutti quei cibi che sono naturalmente ricchi di K.
Il potassio è un minerale presente nell’organismo sotto forma di catione (ione positivo) K+. Nel corpo lo si trova soprattutto all’interno delle cellule e nei succhi gastrici. In situazioni di normalità il potassio lo troviamo soprattutto nel comparto intracellulare, mentre sodio e calcio sono ioni maggiormente extracellulari. Il passaggio di potassio e sodio dalla cellula agli spazi extracellulari e viceversa è garantito dal sistema noto come pompa sodio-potassio (il sodio viene portato all’esterno della cellule e il potassio viene fatto entrare all’interno della cellula).
Il K introdotto con gli alimenti viene assorbito nell’intestino (duodeno e digiuno) e da qui arriva nel sangue. Le quantità in esubero vengono eliminate poi per via renale. Tuttavia, quando questo meccanismo non funziona correttamente, ecco che i livelli di potassio nel sangue possono aumentare provocando un’iperkaliemia.
Il potassio viene misurato tramite gli esami del sangue: basta un normale prelievo di sangue venoso per stabilire quali siano i suoi livelli ematici.
Solitamente i valori normali di potassio nel sangue viaggiano fra i 3,5 e 5 mEq/l. Il suo range di variabilità è estremamente ridotto, il che vuol dire che anche alterazioni minime possono provocare forme o di ipokaliemia (potassio basso nel sangue) o forme di iperkaliemia.
Quando il potassio ematico supera di 5 mEq/l, si parla di iperpotassiemia. A seconda del valore si distinguono tre forme:
Sono diverse le cause che possono portare a un aumento di potassio nel sangue:
Un capitolo a parte merita la pseudoiperkaliemia. Si tratta di livelli sierici di K falsamente aumentati e lo si registra in seguito a:
Forme di ipokaliemia lieve a volte non provocano nessun sintomo. Tuttavia, man mano che i livelli ematici di potassiemia salgono potrebbero manifestarsi questi sintomi:
Solitamente l’iperkaliemia tende a rimanere asintomatica fino a quando non si arriva allo stadio delle aritmie cardiache. Esiste poi una forma di paralisi periodica familiare iperkaliemica dove in acuto si ha astenia che evolve fino alla paralisi vera e propria.
Ma come puoi diminuire il potassio alto? Come ridurre il potassio nel sangue? Ovviamente starà al tuo medico stabilire l’iter diagnostico e la terapia più adatta, anche perché molto dipenderà dalla causa sottostante. La terapia dell’iperpotassiemia, infatti, è volta sia a ridurre i livelli di potassio ematico, sia a trattare la causa sottostante. A volte, evidenziando l’eziologia corretta, è possibile che rientri nei range senza bisogno di ulteriori cure.
Nei casi di ipopotassiemia lieve, il medico per cercare di abbassare il K potrebbe:
Nelle forme moderate-gravi, invece, la terapia dipenderà strettamente dai sintomi e dai segni clinici presenti. Nelle forme gravi, si somministra insulina e glucosata: l’insulina, infatti, favorisce l’ingresso del potassio (e del glucosio) nelle cellule. Se presenti anomalie del ritmo cardiaco, oltre all’insulina e al glucosio verrà fornito anche del calcio gluconato o dei beta2-agonisti. Anche qui, però, questi farmaci possono avere effetti collaterali importanti e non vanno somministrati in determinati pazienti (per esempio quelli con infarto del miocardio).
Visto che una delle cause di iperkaliemia è l’introduzione nell’organismo di troppo K con il cibo, ecco che è lecito chiedersi cosa mangiare col potassio alto e quali alimenti evitare. Una dieta per il potassio alto dovrebbe essere sempre prescritta dal vostro nutrizionista di fiducia in accordo con le indicazioni fornite dal vostro medico di base.
Tuttavia è innegabile che esistano alimenti che contengono più K di altri: in caso di iperpotassiemia è bene non abusare di questi
Essendo che frutta e verdura sono particolarmente ricchi di potassio, puoi lavare patate e verdure in acqua tiepida, in modo da ridurne la quantità contenuta. Inoltre la cottura di frutta e verdura contribuisce a ridurre il K assunto con la dieta.
Ci sono alcuni cibi ricchi di K. Questi sono gli alimenti da evitare (o almeno da ridurre) in caso di iperpotassiemia:
A proposito della frutta, quella maggiormente ricca di K è:
Solitamente le banane vengono considerate il frutto più ricco di K in assoluto, ma non è così: sono precedute da avocado, kiwi e ribes. Lo stesso ISS, nella sezione relativa alle bufale e ai falsi miti sull’alimentazione, cita proprio la questione delle banane e del potassio.
Altri cibi da evitare sono:
Questa è una lista degli alimenti caratterizzati da livelli medi, alti o bassi di K:
Una dieta sana ed equilibrata e una regolare attività fisica possono aiutare a prevenire fenomeni di iperkaliemia lievi. Tuttavia, essendo che fra le cause di iperpotassiemia ci sono diverse malattie e che forme moderate-gravi di potassio alto possono provocare sintomi importanti come l’aritmia, ecco che è bene valutare col proprio medico un check-up periodico che comprenda anche il potassio fra gli esami del sangue richiesti.