Prevedere il diabete è più semplice grazie a Facebook?
Facebook può aiutarci a individuare malattie come depressione e diabete? Ecco cosa rivela un nuovo studio.
Il linguaggio usato su Facebook può aiutare a identificare condizioni come il diabete, l’ansia, la depressione e la psicosi nei pazienti. Questo è ciò che emerge da un nuovo studio pubblicato sulla rivista PLOS ONE, i cui autori hano usato una tecnica di raccolta automatica dei dati ed hanno analizzato l’intera storia di Facebook di quasi 1.000 pazienti che hanno accettato di collegare ai loro profili i dati relativi alle loro cartelle cliniche elettroniche.
I ricercatori hanno quindi sviluppato tre modelli per analizzare il loro potere predittivo per la salute dei pazienti (un modello analizzava solo il linguaggio usato su Facebook, un altro utilizzava dati demografici come età e sesso e l’ultimo combinava i due set di dati).
Osservando 21 condizioni diverse, i ricercatori hanno scoperto che tutte erano in parte prevedibili grazie a Facebook. 10 delle condizioni erano addirittura previste meglio tramite l’uso dei dati di Facebook invece che dalle informazioni demografiche.
Qualche esempio? Le parole che esprimevano ostilità (come “stupido” e alcune imprecazioni) rappresentavano degli indicatori dell’abuso di droga e di psicosi, mentre le persone che menzionavano più spesso parole religiose come “Dio” o “pregare” nei loro post, avevano 15 volte maggiori probabilità di avere il diabete rispetto a coloro che usavano meno questi termini.
La domanda che si pongono adesso gli autori è: quanti pazienti sarebbero effettivamente d’accordo sul fatto che i loro account vengano usati per integrare l’assistenza medica?
via | ScienceDaily
Foto da Pixabay