Pubalgia: sintomi, cause e cure efficaci
La pubalgia è una sindrome dolorosa che colpisce soprattutto gli sportivi. Vediamo con quali sintomi si manifesta, me cause e i rimedi efficaci
La pubalgia è uno di quei disturbi dolorosi che colpiscono soprattutto gli sportivi, anche amatoriali, o comunque chi faccia molti sforzi fisici.
Si tratta di una sindrome in parte un po’ “misteriosa”, perché il dolore va ad interessare tutta la zona del basso ventre, dell’inguine e della parte superiore della coscia, ma le cause possono essere molto differenti da caso a caso.
In genere la pubalgia è determinata da un sovraccarico sui tendini e sulla muscolatura di quest’area del corpo, ovvero il bacino, che a sua volta produce una infiammazione dei legamenti, e nello specifico all’origine della sindrome può esserci una borsite, uno strappo muscolare, un’infezione, una nevralgia, e via discorrendo.
In linea generale, quindi, quando si parla di pubalgia si intende una lesione dolorosa provocata da sforzi o da micro-traumi a carico della muscolatura, dei nervi e dei tendini della regione addominale bassa e della parte superiore della coscia che si inquadrino all’interno dell’area pubica. A seconda delle parti coinvolte, la pubalgia viene classificata dai medici in:
- Tendinopatia inserzionale dei muscoli adduttori della coscia
- Sindrome sinfisaria, provocata da continue sollecitazioni dei muscoli adduttori sulla sinfisi pubica, che è l’articolazione che unisce le due parti del bacino. Questo disturbo è spesso conseguenza di esercizi fisici di allenamento ripetuti nel tempo
- Sindrome della guaina del retto addominale, che coinvolge i muscoli addominali bassi, gli adduttori e in generale tutta la muscolatura del bacino
Il sintomo principale della pubalgia è il dolore che, come abbiamo visto, si irradia dall’inguine alla coscia e che può essere di diversa intensità: da lieve e intermittente (ad esempio può insorgere solo dopo uno forzo fisico) ad intenso, continuo e invalidante. Le cure della pubalgia sono soprattutto il riposo, associato all’uso di una guaina elastica contenitiva fino a regressione dei sintomi.
Quando si parla di danni a livello di muscoli o tendini, tuttavia, è necessario indagare l’origine del dolore se dopo 20 giorni di riposo forzato la pubalgia non sia ancora passata. L’ortopedico effettuerà un esame della parte attraverso una presso-palpazione e test muscolari.
In questo modo dovrebbe essere possibile individuare il punto della lesione, ma se così non fosse, allora all’origine del dolore potrebbero esserci cause diverse (ad esempio ginecologiche, oppure la pubalgia potrebbe essere dovuta ad un’ernia inguinale), da diagnosticare con esami radiografici, TAC o risonanza magnetica.
Per la pubalgia vera a propria le terapie più efficaci, dopo il periodo di riposo, sono diverse. Si va da opportuni esercizi riabilitativi di stretching e potenziamento muscolare fino all’intervento chirurgico per i casi più gravi. Le terapie con il calore e il laser sono una possibilità da valutare con il medico. Per quanto riguarda gli esercizi di riabilitazione, eccone alcuni da provare, sempre dietro consiglio del medico:
- Esercizio di allungamento dei muscoli della coscia: ci si siede ponendo le gambe divaricate ad “ali di farfalla”, ovvero con le piante dei piedi a contatto. Si afferrano quindi le caviglie e si fanno oscillare le ginocchia
- Secondo esercizio di stretching: seduti si divaricano le gambe e poi se ne piega una in modo che il piede sia a contatto con il bacino. Ci si distende con busto e braccia verso l’alto, in modo da allungare il muscolo della coscia. Si eseguono una serie di allungamenti da ripetere con l’altra gamba
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Foto| via Pinterest