Quale attività fisica può praticare chi soffre di ernia del disco?
L’ernia del disco viene definita come una fuoriuscita di materiale discale dai normali margini dello spazio del disco intervertebrale, che determina la comparsa di dolore, disturbi sensitivi e motori. Chi soffre di questo disturbo deve sapere che la migliore prevenzione delle alterazioni posturali del rachide è il movimento. Ma quale attività fisica può praticare in sicurezza chi soffre di questo disturbo? Lo abbiamo chiesto ad un ortopedico: ecco cosa ci ha detto.
L’ernia del disco viene definita come una fuoriuscita di materiale discale dai normali margini dello spazio del disco intervertebrale, che determina la comparsa di dolore, disturbi sensitivi e motori, con una distribuzione radicolare. La genesi della radicolopatia è multifattoriale e può essere spiegata da una combinazione di fattori meccanici e infiammatori. I fattori meccanici sono dati dalla compressione esercitata dall’ernia sulla radice e sul ganglio spinale, mentre quelli infiammatori sono di natura cellulo-mediata.
Ma quale attività fisica deve praticare chi soffre di ernia del disco? Lo abbiamo chiesto ad un ortopedico: ecco cosa ci ha risposto.
Epidemiologia
L’ernia discale può essere del tutto asintomatica, è presente in soggetti asintomatici con un’incidenza oscillante dal 20% al 40% per le ernie contenute, e dall’1% al 18% per quelle espulse. La fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 50 anni, con un picco intorno ai 40, ma l’ernia discale può prodursi anche nei giovani e nei soggetti anziani.
Viene riportata una prevalenza nei maschi che, inoltre, vanno incontro a tale patologia in età più giovanile rispetto al sesso femminile. In oltre il 90% dei casi i livelli colpiti sono L4-L5 e L5-S1.
Quali sono i sintomi?
L’esame clinico consiste inizialmente in una distinzione fra:
- dolore lombare isolato, localizzato in sede lombosacrale, dal bordo inferiore dell’arcata costale fino alla regione glutea, potendosi estendere anche fino alla regione posteriore delle cosce, ma senza distribuzione radicolare;
- dolore irradiato all’arto inferiore, associato o meno a lombalgia, ben localizzato e distribuito su uno o più dermatomeri, irradiandosi, per le radici più basse, al di sotto del ginocchio fino al piede;
- dolore lombare e/o irradiato agli arti, dipendente da una possibile patologia vertebrale maggiore (tumori vertebrali, infezioni, fratture traumatiche o patologiche, deformità maggiori, patologie infiammatorie).
Diagnosi e trattamento
Per la diagnosi di ernia del disco è generalmente sufficiente un’accurata visita ortopedica. Tuttavia in alcuni casi può essere necessario ricorrere ad altri esami, quali: Rx – TAC – RMN.
Il trattamento dipende da molti fattori. Inizialmente si tende a intervenire in maniera meno invasiva, con farmaci adatti, in attesa di una possibile stabilizzazione della condizione dolorosa. In caso contrario potrebbe essere necessario prendere in considerazione l’intervento chirurgico e conseguente fisioterapia.
Come prevenire l’ernia del disco?
La prevenzione dell’ernia del disco si attua attraverso uno stile di vita sano, che comprende esercizio fisico moderato e regolare, il mantenimento di un normo-peso e un’alimentazione senza troppi grassi. È ovviamente necessario evitare sport usuranti o sforzi eccessivi, come quando si sollevano o trasportano pesi. Una buona postura è utile a prevenire alterazioni della colonna vertebrale, che possono portare all’ernia.
Quale attività fisica praticare in sicurezza?
È bene svolgere una valida attività fisica attraverso un programma personalizzato, preparato accuratamente dopo aver preso visione di referti medici ortopedici o fisiatrici ed esami strumentali. L’approccio al problema si deve attuare con un accurato controllo posturale, che permette di visualizzare lo stato attuale del soggetto e studiarne l’evoluzione. Per questo, è auspicabile uno stretto rapporto tra gli istruttori professionisti e i medici di riferimento, per meglio valutare l’efficacia del protocollo operativo intrapreso.
La miglior prevenzione delle alterazioni posturali del rachide è il movimento. Ancora oggi però l’attività fisica adattata non viene concepita nel suo più ampio significato. Infatti, molti pensano che l’attività fisica adeguata sia una ginnastica utile soprattutto agli anziani e che si differenzia dalle altre ginnastiche solo perché si esegue lentamente, senza fatica. Niente di più falso. Essa è invece utile a tutti e l’impegno fisico che richiede non è affatto minimale: al contrario, per eseguire alcuni esercizi è necessario sviluppare una muscolatura molto resistente e tonica.
EMS, Electrical Muscle Stimulation
Un esempio di allenamento adatto è l’EMS (Electrical Muscle Stimulation), o stimolazione elettrica dei muscoli. Si tratta di una tecnica che utilizza impulsi elettrici per stimolare i muscoli durante l’attività fisica e può essere utilizzata come parte di un programma di allenamento generale, incluso l’allenamento dei muscoli del tronco, come gli addominali e i muscoli lombari e correlata gestione del mal di schiena. Tuttavia, è essenziale eseguire gli esercizi con cautela e sotto la supervisione di un professionista qualificato.
Prima di iniziare un programma di allenamento EMS per il mal di schiena, è importante sottoporsi a una valutazione completa da parte di un medico, fisioterapista o un professionista del fitness specializzato. Questo può aiutare a identificare la causa del mal di schiena e determinare se l’allenamento EMS sia adatto alla propria situazione. Successivamente, un esperto qualificato creerà un programma di allenamento EMS personalizzato, tenendo conto del mal di schiena e delle esigenze specifiche. L’obiettivo sarà quello di rafforzare i muscoli del tronco in modo appropriato e migliorare la stabilità lombare, riducendo al contempo il rischio di lesioni o sovraccarico.
È fondamentale eseguire correttamente gli esercizi per evitare ulteriori danni o aggravamento del mal di schiena e iniziare con una bassa intensità, aumentandola gradualmente per consentire al corpo di adattarsi al nuovo stimolo. Infatti, l’EMS può essere molto intenso e può stimolare i muscoli in modo più profondo rispetto all’allenamento tradizionale.
Al tempo stesso, è importante ricordare che l’allenamento EMS da solo potrebbe non essere sufficiente per risolvere completamente il mal di schiena. Potrebbe essere necessario adottare un approccio olistico che includa anche altre strategie di gestione del dolore, correzione della postura, rafforzamento muscolare generale e miglioramento della flessibilità.
Il contributo è del dottor Santino Cuomo, ortopedico di MioDottore