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Quando è necessario ricorrere all’ablazione chirurgica per la fibrillazione atriale

Per trattare la fibrillazione atriale non è sempre necessario ricorrere all'ablazione chirurgica. Ecco i casi in cui è consigliata

Quando è necessario ricorrere all’ablazione chirurgica per la fibrillazione atriale

L’ablazione chirurgica per la fibrillazione atriale è una delle terapie più innovative per trattare questa forma di aritmia in cui l’attività del cuore è completamente irregolare. Gli approcci classici prevedono l’assunzione di farmaci antiaritmici che, però, spesso sono inefficaci e possono causare effetti collaterali più gravi della fibrillazione atriale stessa.

La scelta di ricorrere all’ablazione chirurgica dipende sia dall’eventuale presenza di altre patologie, sia da se il trattamento con i medicinali è sufficiente o meno a mantenere sotto controllo il ritmo cardiaco. I principali candidati ad essere sottoposti a questo intervento sono i pazienti in cui i sintomi sono molto forti, coloro in cui la fibrillazione atriale è associata ad altre patologie (anche non riguardanti il sistema cardiovascolare) o è persistente (cioè si interrompe solo con un trattamento medico di durata superiore, in genere, ai 7 giorni) e i giovani in cui i sintomi sono frequenti o in cui i trattamenti a lungo termine con i medicinali potrebbero aumentare i rischi per la salute e il costo della vita.

L’intervento consiste nell’eliminazione delle aree della parete del cuore responsabili di queste irregolarità. Non si tratta né di un’operazione rischiosa, né di una procedura dolorosa: l’intervento viene eseguito in anestesia generale o con una sedazione profonda e richiede un ricovero di 2-3 giorni in ospedale. Nemmeno il recupero richiede molto tempo e nel giro di pochi giorni è possibile tornare a condurre una vita normale.

I medici consigliano sempre più spesso di ricorrere all’ablazione chirurgica per trattare la fibrillazione atriale soprattutto perché è una terapia molto efficace. Anche la prima tecnica messa a punto a questo scopo è in grado di eliminare il problema nel 90% dei casi, ma oggi si hanno a disposizione altri metodi più sicuri e che permettono di ridurre al minimo il numero di incisioni chirurgiche da effettuare.

Attualmente il 78% pazienti che soffrono di fibrillazione atriale persistente e, allo stesso tempo, di problematiche ad una delle valvole cardiache può risolvere il problema ricorrendo all’ablazione chirurgica. Non solo, i miglioramenti nelle tecniche hanno reso sempre più frequente il ricorso a questa terapia anche nei casi in cui la fibrillazione non è associata ad altre malattie cardiache.

Via | fibrillazioneatriale.it; Circulation
Foto | Flickr

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