Quanti tipi di iponatriemia esistono e qual è la terapia migliore?
L’iponatriemia è la parola con cui si indica un livello di sodio nel sangue più basso rispetto a quelli che sono considerati valori normali. Quali sono i diversi tipi?
Ci si trova in condizioni di iponatriemia quando la concentrazione di sodio nel sangue è inferiore a 135 mmol/L. Considerate che i parametri, considerati normali, devono intervallare tra 136 a 144 mEq/L. Ovviamente esistono dei livelli di iponatriemia più o meno gravi, che permettono una sorta di clasificazione.
Possiamo quindi distinguere in iponatriemia lieve (sodiemia compresa tra 131 e 134 mEq/L), moderata (sodiemia compresa tra 126 e 134 mEq/L) e grave (sodiemia <126 mEq/L). La sodiemia è ovviamente collegata alla quantità di acqua contenuta nell’organismo, in base al sodio. Ricordiamo, per esempio, che la ritenzione idrica è spesso dovuta a un accumulo di sale nell’organismo.
Un’altra classificazione invece è basata sulla volemia, ovvero il volume totale di sangue nell’organismo. In questo caso abbiamo iponatriemia con ipovolemia, quando la perdita di sodio è maggiore rispetto alla perdita di acqua corporea totale, iponatriemia con euvolemia, quando aumenta l’acqua con un quantitativo di sodio normale e iponatriemia con ipervolemia, se aumenta sia l’acqua sia la concentrazione di sodio (anche se il primo valore incrementa più del secondo).
Come si cura questo disturbo? L’iponatriemia lieve o moderata va curata con la somministrazione di una terapia farmacologica e la diminuzione di assunzione di liquidi. Per le forma più gravi, invece si può pensare a una terapia ormonale, alla somministrazione di una soluzione a base di sodio.
Via | My Personal Trainer; Albanesi
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