Non è facile parlare di come riconoscere i sintomi dell’autismo nei bambini: per molti genitori questo argomento è un tabù, data la paura di un figlio con disordini cerebrali complessi. In realtà esistono molti segnali che vanno letti come veri e propri campanelli d’allarme nello sviluppo cognitivo, emotivo e delle relazioni sociali che si instaurano sin da appena nati.È importante sottolineare che i sintomi dell’autismo compaiono circa dopo il primo anno e mezzo di età ed entro i tre anni, mentre alcuni sopraggiungono sin dalla nascita; all’incirca i campanelli d’allarme sono:
In generale, quindi, si può osservare che il bambino autistico presenti sin dalla culla una quasi totale chiusura agli stimoli esterni: non risponde al suo nome, ha difficoltà di comunicazione (sia verbale che fisica) e manca di interesse nei confronti delle cose e delle persone che lo circondano, ad esempio non segue con lo sguardo un oggetto in movimento e non mantiene mai il contatto oculare con chi lo sta guardando.
Tra i sintomi che devono insospettire i genitori figurano anche
- gesti ripetitivi effettuati con le dita;
- ipersensibilità a suoni, luci ed altri stimoli sensoriali;
- disinteresse per i giochi nel loro insieme, tendenza a focalizzarsi sulle singole parti piuttosto che sul gioco in sé;
- attacchi d’ira se i suoi rituali vengono interrotti;
- interesse ossessivo per interruttori, ruote, ventilatori, porte;
- sviluppo di fobie insolite.
Se si sospetta l’autismo nel proprio figlio, bisogna scegliere bene gli specialisti a cui rivolgersi: in questi casi è consigliabile chiedere al proprio medico quale sia il centro pediatrico specializzato per le malattie autistiche più vicino alla propria città, in modo che medici preparati come logopedisti, psichiatri, psicologi e neurologi possano effettuare analisi e test per rilevare la gravità della sindrome autistica ed iniziare una terapia adeguata.
Via | Pourfemme, Istituto Watson
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