Bologna, ricostruzione in 3D di una caviglia: è la prima al mondo
Al Rizzoli di Bologna per la prima volta è stata ricostruita in 3D una caviglia.
All’ospedale Rizzoli di Bologna per la prima volta al mondo i medici sono riusciti a ricostruire una caviglia in 3D, utilizzando una protesi realizzata con stampa tridimensionale su misura per il paziente. L’intervento è stato eseguito all’Istituto Ortopedico emiliano il 9 ottobre 2019 su un paziente di 57 anni che, in seguito a un incidente stradale, aveva perso l’uso della caviglia. Nella presentazione alla stampa dopo poco più di tre mesi dall’intervento, i medici hanno annunciato che l’uomo è tornato a camminare.
L’impianto della protesi su misura stampata in 3D è stato reso possibile grazie all’utilizzo di una tecnica che ha permesso di personalizzare tutta la procedura per l’uso di questa protesi. La realizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione tra i medici chirurghi ortopedici e gli ingegneri dell’Istituto ortopedico Rizzoli e dell’università di Bologna.
Cesare Faldini, direttore della Clinica ortopedica 1 a capo del team medico in sala operatoria, spiega:
L’intervento eseguito al Rizzoli rappresenta un’innovazione assoluta a livello mondiale perché è la prima volta che un impianto protesico per la caviglia a conservazione dell’isometria legamentosa viene costruito in stampa tridimensionale e impiantato con una tecnica a guide di taglio personalizzate, che permettono di risparmiare tempo chirurgico e tessuto osseo in un paziente con una distruzione articolare post traumatica.
L’intervento è stato simulato al computer, lavorando sulla forma e sulle dimensioni di ogni parte della protesi, per soddisfare le caratteristiche anatomiche del singolo paziente al fine di trovare la soluzione migliore. La procedura poi si è svolta in due momenti: qualche settimana prima il paziente è stato sottoposto a un esame TC della caviglia in posizione eretta. Successivamente è stata realizzata una ricostruzione 3D per ottenere un modello tridimensionale della gamba e del piede. Infine è stato prodotto un modello osseo e protesico in stampa 3D realizzato in materiale plastico per le prove manuali. Quando è stato ottenuto il risultato migliore per chirurgo e ingegnere, è stata realizzata la protesi in lega di Cromo-Cobalto-Molibdeno con la tecnologia Ebm.
Il paziente è poi stato ricoverato per inserire la protesi su misura. “Già a fine intervento, in sala operatoria, è stato possibile valutare il perfetto posizionamento e l’ottimo recupero dell’arco di movimento dell’articolazione della caviglia. Anche il protocollo post operatorio è stato personalizzato: riportare in movimento continuo un’articolazione bloccata da anni è complesso e ha richiesto un’intensa collaborazione con l’Unità di Medicina fisica e riabilitativa del Rizzoli diretta dalla professoressa Maria Grazia Benedetti“.
Via | Adnkronos
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