Stress cronico, conosci il tuo nemico
Lo stress cronico non deriva solo dai problemi, a volte è il problema. Ecco perché imparare a gestire lo stress è di vitale importanza.
Lo stress (eustress) ci permette di rimanere vivi, di rispondere agli stimoli, di reagire ai pericoli. Proprio come per gli uomini primitivi, anche oggi le nostre preoccupazioni sono trovare un rifugio sicuro (una casa), procurarci del cibo (lavorare) e stare lontani da situazioni rischiose. Quest’ultimo punto per i nostri antenati si traduceva nel tenersi alla larga dai predatori, da eventi naturali disastrosi, dai nemici, da animali velenosi.
Oggi che non abbiamo più bestie feroci ad inseguirci, stare alla larga dalle situazioni a rischio può tradursi proprio nell’allontanare i fattori di stress cronico. Lo stress cronico interviene quando la nostra capacità di reagire e di stare all’erta è sovraimpiegata. Viviamo in uno stato di tensione perenne. Secondo l’ultimo rapporto dell’American Psychological Association la crisi economica ha sovrastressato intere nazioni.
Le preoccupazioni crescenti, i problemi finanziari, la disoccupazione innescano un circolo pericoloso: lo stress eccessivo non viene considerato il problema più urgente da risolvere. Una migliore gestione dello stress, invece, garantirebbe un maggiore equilibrio psicofisico, lasciando intravedere con più facilità soluzioni, nuove prospettive, altri aspetti della vita, oltre a quello finanziario, per cui vale la pena risollevarsi, rallentare e calmarsi.
Per capire che lo stress cronico non può e non deve essere sottovalutato ci basterà dare uno sguardo alle conseguenze psicofisiche di uno stato di tensione protratto nel tempo:
- disturbi digestivi. Quando gli uomini primitivi correvano per sfuggire ai predatori, tutte le energie dell’organismo erano dirottate sulla lotta per la sopravvivenza. D’altronde, perché preoccuparsi di digerire il cibo quando si stava per diventare cibo? Oggi, anche se non dobbiamo più difenderci da belve feroci, il nostro corpo reagisce allo stress eccessivo ed allo stato di allerta perenne allo stesso modo: limitando le altre attività, anche quelle metaboliche. Ecco perché quando siamo particolarmente stressati il mal di stomaco è più frequente.
- sudorazione fredda. Nella lotta per la sopravvivenza poteva capitare di correre a lungo. Il corpo degli uomini primitivi abbassava dunque la temperatura corporea grazie alla sudorazione fredda. Oggi quando siamo tesi e preoccupati può capitare anche a noi di sudare freddo.
- ipertensione. La pressione del sangue aumenta per far defluire il flusso sanguigno più velocemente, a seguito di uno sforzo. Il nostro cervello richiede sempre più energia all’organismo per superare il pericolo imminente, riducendo il glucosio che arriva al resto del corpo. Passato il pericolo i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, tornano a valori normali. Oggi, però, se viviamo con l’angoscia perenne, di una bolletta piuttosto che di un problema finanziario, il nostro corpo rimane letteralmente invaso dal cortisolo. Lo stress cronico ci sfianca e ci toglie sempre più energie. Questo si traduce in un abbassamento delle difese immunitarie che ci espone ad un rischio maggiore di sviluppare malattie respiratorie ed allergie. Lo stress cronico aumenta inoltre il rischio di ictus, infarto, diabete di tipo 2, ulcere ed altri disturbi gastrointestinali.
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