Il riso fa male al fegato?
Il riso è un alimento ricco di benefici. Meglio consumare quello integrale: il riso raffinato, soprattutto se consumato in bianco, potrebbe rendere più difficoltoso il lavoro di pancreas e fegato, due organi che si occupano di smaltire le scorie in eccesso nel corpo umano. Abbinare bene il riso con altri nutrienti, facendosi magari seguire da un nutrizionista, può permetterci di seguire una dieta equilibrata.
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Di solito si pensa che il riso faccia bene alla salute. Anche perché, quando abbiamo problemi gastrointestinali, uno dei piatti più leggeri che ci viene in mente di preparare è proprio il riso in bianco. In realtà dobbiamo prestare molta attenzione a questo cereale ampiamente presente nella nostra tradizione gastronomica, così come è presente praticamente nelle culture alimentari di tutto il mondo. Ad esempio, è vero oppure no che il riso fa male al fegato? Quando è possibile mangiarlo e quando, invece, è meglio evitarlo?
Perché il riso in bianco fa male al fegato?
Quando mangiamo troppo, quando abbiamo mal di pancia, se pensiamo di dover mangiare per qualche giorno in modo leggero, un piatto di riso in bianco è sempre presente sulle nostre tavole. Talvolta pensiamo che sia anche un’ottima pietanza da mangiare se si vuole perdere peso. Invece non è proprio così. Il riso, soprattutto in bianco, va ad appesantire il lavoro del pancreas e del fegato, chiamati nell’organismo umano a eliminare le sostanze di scarto in eccesso e a smaltire i grassi.
Il riso in bianco è poco saziante e favorisce l’accumulo di chili e di grassi, anche perché è ricco di carboidrati che favoriscono la produzione di insulina. Oltre ad avere un indice glicemico elevato, quindi sconsigliato per chi ha il diabete, stimola anche la fame: il palato non è soddisfatto e gli sbalzi di glicemia possono portare ad avere fame poco dopo aver mangiato, se no lo si abbina, ad esempio, a un frutto.
Altri cibi che rendono difficoltoso il lavoro del fegato sono quelli ricchi di grassi saturi: salumi, burro, salsicce, formaggi, latte intero, il tuorlo dell’uovo. Anche le fritture vanno limitate, perché la cottura dell’olio a così alte temperature porta alla produzione di sostanze potenzialmente tossiche, come l’acrilamide.
Quale riso non fa male al fegato?
Se il riso bianco, quello che ha subito un processo di raffinazione, è di solito sconsigliato se si soffre di problemi al fegato, il riso integrale, invece, è di solito consigliato. Infatti, è ricco di vitamina B e di selenio, due nutrienti che aiutano a migliorare il metabolismo dei grassi, rendendo più agevole il compito del fegato.
Il riso integrale aiuta l’organismo ad eliminare le scorie ed ha anche proprietà antinfiammatorie. Inoltre, è utile per tenere sotto controllo pressione e colesterolo.
Quando il riso fa male?
Il riso, in realtà, non ha controindicazioni. Come abbiamo sottolineato in precedenza, può essere un alimento non consigliato per chi ha il diabete o problemi di glicemia, a meno di non scegliere il riso integrale, amico della nostra salute. Anche in caso di disturbi al fegato è bene ricorrere alla versione non raffinata del cereale, scelta che, in realtà, dovremmo fare con tutti i tipi di cereali.
Per evitare problemi, bisognerebbe sempre bilanciare la propria alimentazione, apportando in ogni pasto i nutrienti necessari per permettere all’organismo di funzionare in modo corretto. Farsi seguire da un nutrizionista potrebbe essere utile, anche perché le diete fai da te non portano mai i benefici sperati. Anzi, a volte sono proprio controproducenti per la nostra salute.