Risonanza magnetica, i rischi per chi ha un defibrillatore e le soluzioni
La risonanza magnetica è un esame diagnostico consigliato per poter individuare moltissimi tipi di patologie. Cosa fare in caso di pazienti che hanno un defibrillatore? Ecco le possibili soluzioni in merito.
La risonanza magnetica è un esame diagnostico molto importante, che può essere utilizzato in caso di sintomi che portano il medico a pensare che il paziente soffre di particolari patologie. La risonanza magnetica è un esame indolore, che a volte mette un po’ di apprensione a chi soffre di claustrofobia, anche se in molti centri esistono apparecchi aperti che consentono anche a questi pazienti di affrontare l’esame.
Ci sono anche altri pazienti che non potrebbero eseguire la risonanza magnetica, vale a dire tutte quelle persone che soffrono di aritmie cardiache e che sono state sottoposte ad un intervento di impianto di un defibrillatore, uno strumento salva-vita in grado di rilasciare delle scosse elettriche per fermare l’aritmia e consentire al cuore di riprendere il suo normale ritmo. Come fare in questi casi?
Esistono, ad esempio, dei particolari defibrillatori impiantabili che permettono ai pazienti di sottoporsi ad una risonanza magnetica: sono state ideate nuove tecnologie che consentono ai pazienti di affrontare questo esame, utilizzando questo importante strumento di diagnosi per poter individuare eventuali patologie che potrebbero anche risultare letali se non diagnosticate in tempo.
Questi nuovi dispositivi di ultima generazione montano cateteri sicuri anche in caso di risonanza magnetica, permettendo dunque di avere i vantaggi di un defibrillatore impiantabile in grado di salvare la vita al paziente, consentendogli anche di accedere ad un esame importante come la risonanza magnetica. Il prodotto è già utlizzato in moltissimi centri italiani.
Foto | da Flickr di kikisdad
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