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Rosolia: sintomi, come si contrae e complicazioni in gravidanza

Tutto sulla rosolia, la malattia che colpisce adulti e bambini ma che nelle donne in gravidanza può essere pericolosa per il feto: sintomi e cure.

Rosolia: sintomi, come si contrae e complicazioni in gravidanza

Fonte immagine: Angelo Esslinger

La rosolia è una malattia infettiva provocata dal genere rubivirus: è tipica dell’età infantile, solitamente infatti la si contrae nei primi anni di età, ed è una delle patologie più comuni tra i bambini assieme a pertosse, morbillo, varicella e parotite (ovvero gli orecchioni).

La rosolia viene raggruppata tra le malattie esantematiche perché si manifesta con una eruzione cutanea e si trasmette attraverso le secrezioni nasali. Non è priva di conseguenze, che possono essere anche gravi quando colpiscono una donna in dolce attesa. E’, infatti, molto pericolosa per il feto, soprattutto se la mamma contrae la rosolia in gravidanza nel primo trimestre, quando può provocare serie complicazioni per il bebè.

Quali sono i sintomi della rosolia?

Riconoscere i sintomi della rosolia è importante. Questa si diffonde con le goccioline respiratorie o con il contatto con le secrezioni nasofaringee: i sintomi sono lievi e rimangono per una decina di giorni al massimo.

Segni e sintomi nei bambini, così come negli adulti, compaiono generalmente tra due e tre settimane dopo l’esposizione al virus. Di solito durano da uno a cinque giorni e possono includere:

  • Febbre lieve
  • Mal di testa
  • Naso chiuso o che cola
  • Occhi rossi e infiammati
  • Linfonodi ingrossati e teneri alla base del cranio, dietro il collo e dietro le orecchie
  • Una sottile eruzione cutanea rosa che inizia sul viso e si diffonde rapidamente al tronco e poi alle braccia e alle gambe
  • Articolazioni doloranti, soprattutto nelle donne giovani
  • Abbassamento dei globuli bianchi

Una percentuale variabile tra il 25 ed il 50% delle persone infette da rosolia non presenta alcun sintomo.

Fattori di rischio

La maggior parte dei casi di rosolia si verifica in persone che non sono immunizzate contro la malattia. I neonati e i bambini piccoli che non hanno ancora ricevuto tutti i vaccini hanno una maggiore rischio di contrarla. Per evitare complicazioni durante la gravidanza, molte donne che rimangono incinte vengono sottoposte a un esame del sangue per confermare l’immunità alla rosolia.

Le cause della rosolia

La rosolia è una malattia contagiosa causata da un virus che si trasmette da persona a persona. Nonostante questo venga chiamato “morbillo tedesco”, si tratta di un virus diverso da quello che causa il morbillo. Perché viene la rosolia? Questa può diffondersi attraverso la saliva o per contatto diretto con le secrezioni respiratorie di una persona infetta, come ad esempio è il muco.

Una volta contratta, si rimane contagiosi per una o due settimane prima dell’inizio dell’eruzione cutanea e fino a circa una o due settimane dopo la scomparsa di questa. Ciò significa che si può trasmettere anche se non si sa ancora di esserne stati contagiati.

La malattia viene trasmessa dalle donne in gravidanza ai loro bambini non ancora nati attraverso il flusso sanguigno. Chi ha contratto la rosolia dovrebbe informare gli amici, la famiglia e le persone con cui lavora, in particolare le donne in dolce attesa. Nel caso in cui si tratti di un bambino, bisogna avvisare la scuola.

Complicazioni

Le complicazioni più comuni hanno a che fare con conseguenze articolari. Fermo restando il fatto che si tratti di un’infezione di per sé lieve, è stato registrato come, fino al 70% delle donne che si ammalano di rosolia, possa soffrire di artrite. Cosa, questa, che invece, è piuttosto rara negli uomini e nei bambini. Raramente la malattia porta a encefaliti (solo 1 caso su 6000).

Lo sapevi che anche la scarlattina è una tipica malattia esantematica?

Fonte: fezailc

Rosolia in gravidanza

Quando è pericolosa la rosolia? La mamma può trasmettere il virus al feto compromettendone lo sviluppo, cosa che può portare a gravi difetti alla nascita. Il momento del massimo rischio legato alla rosolia in gravidanza è il primo trimestre di gestazione, perché il virus sorpassa la barriera della placenta – solitamente in grado di contenere le infezioni – e “attacca” il feto causando gravi malformazioni fetali. Il virus può colpire, infatti, tutti gli organi del feto in via di sviluppo di una donna incinta (sindrome della rosolia congenita). Si tratta di gravi patologie che non si presentano solitamente alla nascita, ma possono comparire in un tempo successivo. Tra queste:

  • difetti cardiaci congeniti
  • ritardi di crescita
  • danni al fegato o alla milza
  • perdita dell’udito (sordità)
  • problemi della vista (cataratta)
  • disabilità intellettiva

Nei casi più gravi, i rischi maggiori sono l’aborto spontaneo e la morte intra-uterina con necessità tempestiva di interrompere la gravidanza.

Diagnosi

Riconoscere la rosolia esclusivamente a partire dall’eruzione cutanea può non essere agevole in quanto questa è comune a molte altre eruzioni virali. La diagnosi, quindi, avviene solitamente tramite l’aiuto test di laboratorio. In particolare ne esistono tre test standard per la conferma di un caso sospetto di rosolia. Si tratta dell’isolamento del virus della rosolia da un campione clinico; del rilevamento dell’acido nucleico del virus in un campione clinico o della risposta anticorpale IgG specifica per il virus della rosolia nel siero o nella saliva. L’immunità si può verificare, appunto, con il rubeotest, un test ha il compito di ricercare gli anticorpi antirosolia.

Cosa fare in caso di rosolia? E’ bene subito rivolgersi al proprio medico il quale saprà indicare il da farsi sulla base del singolo caso. In Italia la rosolia è una malattia a notifica obbligatoria. Ciò significa che qualora il medico dovesse sospettare un caso di rosolia deve notificarlo alla Asl di riferimento entro 12 ore.

Come si cura la rosolia

Quali sono, invece, le cure per la rosolia? Nessun trattamento è in grado di accorciare il decorso dell’infezione da rosolia. I sintomi, poi, solitamente sono talmente lievi da non necessitare di essere trattati, al massimo richiedono il riposo a letto. I medici tuttavia raccomandano l’isolamento dagli altri durante il periodo infettivo. Non esiste una terapia specifica, è vero, ma in caso di febbre si usa il paracetamolo, mentre è vivamente consigliato il vaccino, soprattutto per le ragazze non immunizzate dopo la pubertà, oltre che a tutti gli operatori sanitari e alle donne che vogliono un bambino. Se si contrae la rosolia durante la gravidanza, è bene discuterne con il medico. Se, conoscendo i rischi, si decide di continuare la gravidanza, è possibile ricevere degli anticorpi – chiamati globulina iperimmune – che possono combattere l’infezione. Attenzione, questi non scongiurano totalmente eventuali complicazioni.

Fonte: Katja Fuhlert

Prevenzione

Il vaccino contro la rosolia viene solitamente somministrato come vaccino combinato morbillo-parotite-rosolia (MMR). I medici raccomandano di far sottoporre i piccoli a tale vaccinazione tra i 12 ei 15 mesi di età, poi tra i 4 ei 6 anni ed infine prima di iniziare la scuola. Le donne che stanno pianificando una gravidanza dovrebbero consultare il proprio medico per assicurarsi di essere vaccinate prima di rimanere incinte, ma non dovrebbero riceverlo durante la gravidanza. Se si contrae la rosolia o si è esposti alla malattia durante la dolce attesa bisogna contattare immediatamente il medico.

Se non si è sicuri di essere stati vaccinati o di avere già contratto la rosolia, è importante testare l’immunità soprattutto in caso di:

  • donne in età fertile (non incinte)
  • frequentatori di strutture educative
  • lavoratori in strutture mediche o scolastiche
  • chi ha in programma di viaggiare in un paese che non offre l’immunizzazione contro la rosolia

Data la sintomatologia simile e la stessa fascia di età che colpiscono, l’Oms raccomanda di effettuare una sorveglianza integrata di morbillo e rosolia.

Conclusioni

Tra le malattie esantematiche c’è anche la rosolia, una patologia molto contagiosa: la sua causa è un virus a Rna del genere Rubivirus, della famiglia dei Togaviridae. Se nella maggior parte dei casi, chi ne viene colpito presenta sintomi più o meno leggeri come febbre, mal di gola o eruzioni cutanee, la stessa può avere ripercussioni estremamente serie per le donne in gravidanza ma soprattutto per il feto. A quest’ultimo può provocare una serie di malformazioni e complicanze note con il nome di sindrome della rosolia congenita. Una buona prevenzione della malattia si ottiene tramite il vaccino MMR (morbillo-parotite-rosolia). Chi ha intenzione di avere un bambino dovrebbe assicurarsi di averla già contratta o effettuare preventivamente il vaccino.

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