La lotta alla rosolia ha ottenuto grandi risultati: sono 80 i Paesi che hanno completamente debellato la malattia, purtroppo l’Italia non è tra questi. E non tutto, perché a livello globale, 3 bambini su 10 non sono protetti. Questi sono i dati raccolti in un nuovo studio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc).
È merito della vaccinazione se in Paesi come Bangladesh, Iran e Kyrgyzstan, la rosolia è storia vecchia. In Italia i casi sono in calo rispetto al 2017, ma ancora se ne sono registrati 20 nel 2018. Dato che ci vede terzi peggiori in Europa dopo Germania (50) e Polonia (351).
Nel mondo, si stima che circa 100.000 bambini nascano con sindrome da rosolia congenita ogni anno e, nonostante i progressi significativi degli ultimi anni, 26 Paesi devono ancora introdurre il vaccino. Shalini Desai, autrice del rapporto Oms, ha ribadito l’importanza della prevenzione:
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“L’unico modo per garantire protezione contro la rosolia è assicurarsi che tutti i bambini siano vaccinati contro di essa, insieme a sistemi di sorveglianza abbastanza forti da rilevare rapidamente i casi e rispondere per fermare la diffusione”
Si ricorda che la rosolia si manifesta con febbre ed eruzione cutanea. È pericolosa in gravidanza: la donna nel 90 percento dei casi lo trasmette al fegato (si chiama in questo caso rosolia congenita) e può causare aborto spontaneo, morte alla nascita e disabilità permanenti, tra cui cecità, sordità e difetti cardiaci.