Per proteggere la salute mentale, occhio all’inquinamento atmosferico!
Per proteggere la salute mentale, facciamo attenzione anche all’inquinamento atmosferico: ecco cosa rivela un team di esperti
Per proteggere la salute mentale e tenere alla larga il rischio di depressione, bisogna fare attenzione anche all’inquinamento! Diversi studi hanno già ampiamente dimostrato quanto lo smog influisca negativamente sulla nostra salute. Sappiamo ad esempio che l’inquinamento è collegato allo sviluppo di svariati tipi di cancro, al manifestarsi di disturbi mentali in adulti e bambini. E’ anche collegato a problemi respiratori, ipertensione, malattie del cuore e persino a problemi durante la gravidanza, sia per la mamma che per il bambino.
Un nuovo studio aggiunge adesso un nuovo e preoccupante tassello al puzzle. L’inquinamento aumenta infatti anche il rischio di soffrire di depressione e problemi di salute mentale. La ricerca ha preso in esame un campione di donne di età pari o superiore agli 80 anni, e i risultati – apparsi sulle pagine del Journal of the American Geriatrics Society – parlano molto chiaro.
I rischi dell’inquinamento per la salute mentale
Analizzando i singoli inquinanti atmosferici, gli autori hanno scoperto che l’esposizione a lungo termine al biossido di azoto o all’inquinamento atmosferico da particolato fine aumenta il rischio di soffrire di depressione.
I membri dell’Università della California spiegano inoltre che proprio tali sintomi potrebbero svolgere un ruolo chiave nel collegare l’esposizione all’inquinamento al declino della memoria.
Questo studio è il primo a dimostrare che l’esposizione all’inquinamento atmosferico influenza i sintomi depressivi, nonché l’interrelazione esistente tra i sintomi e il successivo declino della memoria, una relazione che non era stata riscontrata nelle persone anziane di età inferiore agli 80 anni. Sappiamo che le esposizioni in tarda età agli inquinanti atmosferici accelerano l’invecchiamento cerebrale e aumentano il rischio di demenza. Le nostre nuove scoperte suggeriscono però che le popolazioni più anziane possono rispondere alla neurotossicità dell’inquinamento atmosferico in un modo diverso che deve essere studiato ulteriormente.
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via | ScienceDaily
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