Nota per essere una delle malattie esantematiche infantili più comuni, la scarlattina può colpire anche le donne in gravidanza, causando sintomi come febbre, eruzione cutanea, mal di gola e lingua dal classico aspetto “a fragola”. Insieme alla varicella, alla rosolia e al morbillo, anche la scarlattina può colpire le persone adulte, e in particolar modo le donne in dolce attesa, specialmente qualora i bambini primogeniti dovessero contrarla durante l’infanzia.
Ma quali rischi comporta questa malattia durante i nove mesi di gestazione? E quanto è grave contrarre la scarlattina in gravidanza al primo, al secondo o al terzo trimestre?
A differenza di molte altre infezioni pericolose durante la gravidanza, questa particolare malattia esantematica non comporta gravi rischi per la salute della mamma e per quella del bambino, purché venga individuata e trattata adeguatamente e in modo tempestivo.
In questo articolo vedremo quanto è pericolosa la scarlattina in gravidanza, quali sono i sintomi della malattia, le rarissime – seppur possibili – complicazioni e i trattamenti più efficaci per ridurre il rischio di conseguenze gravi per la mamma e per il bambino.
A differenza di molte altre malattie esantematiche, come ad esempio la rosolia o il morbillo, la scarlattina non è una malattia di origine virale, bensì di origine batterica. L’infezione è provocata, infatti, dallo Streptococco beta-emolitico di gruppo A (SBEA), e tende a colpire soprattutto i bambini piccoli, entro i 10 anni di età.
Tuttavia, la malattia può colpire anche adulti e bambini di età superiore ai 10 anni, inclusi adolescenti e donne in gravidanza.
Ciò accade molto raramente, ma si tratta pur sempre di un rischio che non dovrebbe essere sottovalutato.
In caso di contagio da scarlattina in gravidanza, i sintomi sono perlopiù uguali a quelli che colpiscono i bambini. E allora, come si capisce se si ha la scarlattina? I primi campanelli d’allarme sono:
Dopo questi sintomi iniziali, potrai notare la comparsa di altri disturbi, ovvero i caratteristici sintomi di questa malattia esantematica, come:
In alcuni casi, negli adulti e nei bambini la scarlattina può presentarsi in una forma attenuata (scarlattinetta). In tal caso, i sintomi saranno gli stessi, ma molto più lievi. Ciononostante, si tratta ugualmente di una situazione da non trascurare e da affrontare seguendo le indicazioni del medico.
Se credi di avere la scarlattina, o se tuo figlio ha contratto la malattia, consulta il pediatra e il tuo medico, in modo da stabilire un approccio mirato a prevenire possibili complicazioni durante la gravidanza.
Il contagio da scarlattina può avvenire in modo diretto (per via aerea, tramite le classiche goccioline di saliva emesse durante starnuti e colpi di tosse) o in maniera indiretta, toccando delle superfici contaminate, come tavoli, o anche vestiti e biancheria da letto.
Il grado di contagiosità è maggiore nei primi 5 giorni che precedono lo sviluppo dei sintomi, e per tutta la durata dell’infezione, a meno che non vengano adottati gli opportuni trattamenti. In tal caso, entro pochi giorni il soggetto non sarà più contagioso.
Quali problemi causa la scarlattina, se contratta in gravidanza? In realtà, se opportunamente individuata e trattata, la malattia non comporta particolari rischi, né per la futura mamma, né per il bambino. Ciò è vero a patto che la donna inizi il trattamento con antibiotici il prima possibile. Solo in casi estremamente rari la febbre molto alta potrebbe causare complicanze, come un parto prematuro.
Una scarlattina non trattata, invece, potrebbe avere conseguenze e comportare problemi a lungo termine che, seppur molto rari, è bene non sottovalutare.
Fra questi rientrano un maggior rischio di polmonite, meningite, encefalite, encefalite, e glomerulonefrite post-streptococcica, una malattia che colpisce i reni.
Il trattamento servirà a prevenire queste e altre possibili complicanze.
Per ridurre al minimo i rischi della scarlattina, anche durante la gravidanza sarà fondamentale seguire un’apposita terapia antibiotica, che prevede la somministrazione di farmaci sicuri per le donne incinte.
Il trattamento dovrà avere una durata di circa 10 giorni. Durante la cura, sarà possibile assumere il paracetamolo per abbassare la febbre.
Ad oggi non esistono vaccini contro la scarlattina, e la malattia non da immunità, per cui è possibile contrarla più volte nel corso della vita, anche in età adulta.
Poiché non esiste un vaccino per prevenire la malattia, la prevenzione deve partire dalle nostre sane abitudini, a cominciare da quelle igieniche. Per ridurre il rischio di contrarre la scarlattina in gravidanza, sarà dunque utile:
Quello della gravidanza è un periodo della vita del tutto normale e fisiologico, tuttavia la futura mamma potrebbe essere esposta a un maggior rischio di sviluppare diverse infezioni, a causa di alcuni cambiamenti cui va incontro il sistema immunitario della donna.
Alcune infezioni possono essere molto gravi e pericolose. Tra quelle più comuni in gravidanza vi sono le infezioni vaginali, quelle uterine e la listeria.
Tra le malattie esantematiche più rischiose in gravidanza, invece, rientrano rosolia, la quinta e la sesta malattia, e la varicella. Queste patologie possono causare gravi conseguenze per il bambino e per la mamma. Alcune complicanze includono il rischio di parto pretermine, un basso peso alla nascita e un maggior rischio di aborto spontaneo.
Per questa ragione, è importante prevenire il contagio, sottoponendosi alle dovute vaccinazioni (quando disponibili) o evitando il contatto con persone che manifestano i sintomi di una malattia.
È altresì fondamentale informare il medico in presenza di un qualsiasi sintomo che faccia pensare a un’infezione, e seguire i corretti trattamenti per ridurre il rischio di conseguenze anche gravi.
Fonti