
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha nuovamente richiamato le Regioni italiane per la situazione critica delle liste di attesa, a distanza di cinque mesi dal precedente avvertimento. In una lettera inviata il 15 marzo 2025 al presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, Schillaci ha evidenziato che il 27% delle strutture sanitarie presenta ancora gravi irregolarità , con agende chiuse senza giustificazione, liste d’attesa gonfiate e sistemi di prenotazione inefficaci. Il ministro ha dichiarato che tali pratiche non possono più essere tollerate e ha sollecitato un intervento immediato da parte delle Regioni.
Situazione delle Regioni
Le Regioni non hanno fornito una risposta ufficiale, ma fonti interne alla Conferenza hanno manifestato un certo disagio per l’inerzia del Ministero della Salute riguardo alla riforma del ruolo dei medici di base. Questa riforma è considerata fondamentale per affrontare le esigenze della popolazione e migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni e la gestione delle liste di attesa. Il malcontento è aumentato dopo la lettera di Schillaci, che ha ribadito la necessità di un cambiamento concreto.
Preoccupazioni sulle liste di attesa
Lo scorso 18 ottobre, Schillaci aveva già espresso preoccupazione per le liste di attesa chiuse in modo illegittimo, ma a distanza di cinque mesi, poco è cambiato. I dati forniti dai Nas indicano che il 27% delle strutture sanitarie continua a presentare irregolarità significative. Il ministro ha sottolineato che l’attuazione del Decreto Liste d’attesa rappresenta una battaglia cruciale per garantire il diritto alla salute dei cittadini. Ha affermato che non è più possibile tollerare situazioni inaccettabili, come medici che non rendono disponibili le loro agende al sistema di prenotazione unificato o che privilegiano l’attività privata a discapito del servizio pubblico.
Credibilità del Servizio Sanitario Nazionale
Schillaci ha evidenziato che le irregolarità , come le liste d’attesa artificialmente aumentate e le prenotazioni gestite tramite metodi obsoleti, minano la credibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Ha citato il caso del Lazio come esempio positivo, dove l’applicazione rigorosa delle norme ha ridotto i tempi di attesa da 42 giorni nel 2023 a soli 9 giorni nei primi mesi del 2025. Questo dimostra che è possibile ottenere risultati tangibili attraverso l’applicazione corretta delle normative esistenti.
Poteri sostitutivi e vigilanza
Un’altra questione cruciale riguarda i poteri sostitutivi. Schillaci ha espresso rammarico per il fatto che non sia ancora stata programmata la discussione in Conferenza Stato-Regioni sul decreto attuativo riguardante le liste di attesa, che prevede l’attivazione di poteri ministeriali in caso di inadempienza regionale. Ha chiesto che la questione venga inserita all’ordine del giorno nella prima data utile, sottolineando che la vigilanza deve rimanere in capo a ogni Regione, ma che la negligenza non può più essere tollerata.
Conflitto sul payback sanitario
Nel frattempo, un altro conflitto si è aperto sul fronte del payback sanitario. La Regione Lombardia ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro il governo e l’Aifa, chiedendo l’annullamento del decreto del febbraio 2025 del Ministero della Salute, che prevede la retroattività della norma, causando un impatto negativo sulle finanze regionali con una riduzione di oltre 130 milioni di euro.