Scompenso cardiaco, una nuova pillola riduce la mortalità
La molecola LCZ696 è in fase di sperimentazione e ha fatto registrare un calo del 20% della mortalità nei pazienti affetti da questo disturbo cardiocircolatorio.
Lo scompenso cardiaco è un disturbo del sistema cardiocircolatorio che è provocato da un’alterazione della struttura e della funzionalità del cuore, portando ad un’insufficienza dovuta alllo scarso funzionamento della pompa cardiaca. Si manifesta con affaticamento, affanno, debolezza e rapido aumento di peso a causa dei liquidi trattenuti, perché tutti i tessuti e gli organi che solitamente ricevono ossigeno dal cuore non riescono ad ottenerne più una quantità sufficiente, provocando accumulo di sodio nei polmoni e nei tessuti e conseguente ristagno di liquidi.
È un disturbo assai frequente ma, secondo le cronache mediche, spesso sconosciuto o ignorato: a detta gli ultimi numeri si potrebbe quasi parlare di una vera e propria epidemia di scompenso cardiaco in crescita, perché in Italia si parla di circa 600mila malati accertati e altri, tra i 100mila e i 200mila, che ancora non sanno di esserlo. Lo scompenso cardiaco è anche uno dei primi motivi di ricovero ospedaliero per le persone sopra i 65 anni.
La medicina sta fortunatamente investendo negli studi sullo scompenso cardiaco; in questi giorni al congresso europeo di cardiologia in Spagna si è molto parlato della nuova pillola, basata sull’azione della molecola LCZ696 che è in grado di ridurre del 20% la mortalità dei pazienti affetti da scompenso cardiaco. Lo studio sulla nuova pillola è stato condotto in Inghilterra e il risultato è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine.
Il professor John McMurray, uno dei ricercatori dell’Università di Glasgow, ha spiegato il successo di questa nuova medicina:
Ciò che abbiamo è un sostituto più che valido delle solite medicine utilizzate nel trattamento dello scompenso cardiaco. È un progresso nel trattamento di questo terribile problema.
L’azione della LCZ696 stimola i reni a produrre più urina e rilassare i vasi sanguigni, allentando la pressione sul cuore e facilitando la circolazione.
I pazienti vivono più a lungo, restano fuori dall’ospedale e si sentono molto meglio, soddisfacendo tutti gli obiettivi del trattamento. È una scoperta importantissima e sostiene questo nuovo approccio al posto dei classici ACE inibitori o ARB nel trattamento dello scompenso cardiaco cronico.
Contro lo scompenso cardiaco vale sempre la regola di uno stile di vita che preveda una dieta leggera, attività fisica moderata, relax e niente fumo o alcolici per non affaticare il cuore.
Via | NEJM, Independent