Screening per il tumore al colon esteso fino a 74 anni?
I medici dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) chiedono che lo screening per il tumore al colon sia esteso fino a 74 anni.
Qualche giorno fa si è svolto a Vicenza il convegno ‘News in GI Oncology’ dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) per fare il punto sui tumori gastrointestinali. Nel 2019 in Italia si sono ammalate di tumori gastrointestinali 89.400 persone, suddivise in tre grandi blocchi: 49.000 colon-retto, 14.300 stomaco, 13.500 pancreas, 12.600 fegato.
Questi tumori sono tutti molto seri e non sempre i protocolli di cura si rivelano validi nelle fasi metastatiche o per particolari tipologie di cancro, come quello al pancreas. La migliore cura è sempre la prevenzione, soprattutto laddove si può fare e dove le possibilità di individuare la malattia prima che si manifesti sono tante. Il cancro del colon-retto è meno frequente rispetto al 2018, questo perché tramite i programmi di screening e l’esame per la ricerca del sangue occulto nelle feci (SOF) si riescono a trovare le lesioni prima della comparsa della malattia. Ad oggi lo screening per il test SOF è garantito dal Servizio Sanitario Nazionale dai 50 ai 69 anni, ma l’Aiom ha chiesto ufficialmente alle istituzioni di estenderlo fino ai 74 anni.
Il tumore del colon-retto è il secondo più frequente dopo il cancro al seno, le terapie sono in continua evoluzione ma sono molto importanti la prevenzione e, soprattutto, lo stile di vita. Per i tumori gastrointestinali è molto importante evitare di essere in sovrappeso, di avere una vita sedentarietà e seguire un’alimentazione troppo ricca di grassi, di carne rossa e povera di frutta e verdura.
Gli screening sono essenziali per mantenerci in buona salute, fare i controlli ed eventualmente trovare una lesione nelle fasi iniziali, permette di accedere a molte più cure e il tasso di sopravvivenza è molto più alto rispetto ai casi di fase avanzata o in metastasi.
Giordano Beretta, Presidente Nazionale AIOM e Responsabile dell’Oncologia Medica all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo, ha spiegato: [quote layout=”big”]“Il 65% dei pazienti colpiti da tumore del colon-retto è vivo a 5 anni dalla diagnosi. Lo screening è in grado di individuare, oltre alla presenza di un tumore ogni 850 persone asintomatiche, anche adenomi, cioè polipi, potenzialmente in grado di trasformarsi in cancro ogni 150 individui analizzati. La loro rimozione prima della trasformazione in neoplasia consente una riduzione di nuovi casi di tumore negli anni seguenti. Per questo, è importante che il test sia esteso anche agli over 70. Così potremo salvare più vite”.[/quote]
via | ansa
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