Scrivere a mano rende i bambini più intelligenti
Scrivere a mano fa bene al cervello di bambini e adulti: ecco perché bisognerebbe mettere da parte la tastiera e prendere carta e penna.
I bambini di oggi sono incredibilmente digitalizzati. Utilizzano computer, tablet, smartphone e videogame, e dedicano ben poco tempo alla scrittura a mano. Nonostante possa sembrare un problema di poco conto, in realtà si tratta di una situazione da non prendere sottogamba. Diversi studi hanno infatti dimostrato che i bambini e gli adulti che scrivono a mano imparano e ricordano di più rispetto a coloro che invece utilizzano la tastiera.
La conferma arriva adesso da un nuovo studio, secondo cui la scrittura a mano, rispetto all’uso di smartphone e Pc, favorisce la memorizzazione e l’apprendimento. Per il loro lavoro, gli autori hanno esaminato l’attività cerebrale di un campione di 12 giovani adulti e di 12 bambini. I test sono stati condotti utilizzando un EEG per monitorare e registrare l’attività delle onde cerebrali; i partecipanti hanno dunque indossato un cappuccio con più di 250 elettrodi attaccati.
Ebbene, i risultati dei test condotti dimostrano che il cervello (sia negli adulti che nei bambini) è molto più attivo quando si scrive a mano rispetto a quando si usa la tastiera. Ma come è possibile questo? A spiegarlo ci pensano gli stessi autori, secondo i quali l’uso di carta e penna dà al cervello più ‘ganci‘ su cui appendere i ricordi.
Le esperienze sensoriali connesse a questo tipo di scrittura creano dunque un contatto tra le diverse parti del cervello e lo rendono più propenso all’apprendimento. Entrambi, adulti e bambini, imparano e ricordano meglio.
Dato lo sviluppo degli ultimi anni, rischiamo che una o più generazioni perdano la capacità di scrivere a mano. La nostra ricerca e quella di altri dimostrano che questa sarebbe una conseguenza molto sfortunata. Dovrebbero essere messe in atto linee guida nazionali che assicurino che i bambini ricevano almeno un minimo di formazione sulla scrittura a mano.
Foto di NeiFo da Pixabay
via | Eurekalert