Si chiama maltolo l’arma italiana contro i tumori
Un team di ricercatori italiani ha scoperto le proprietà antitumorali di derivati del maltolo, una sostanza di origine totalmente naturale
La lotta contro i tumori si dota di un’arma in più di origine nostrana: si tratta del maltolo, un composto presente in molto prodotti naturali (ad esempio nel malto, nella cicoria, nel cocco e nel caffè), le cui proprietà antitumorali sono state dimostrate da una serie di studi pubblicati su diverse riviste internazionali da un team di ricercatori italiani facenti capo all’Università di Urbino.
Gli scienziati hanno condotto le loro ricerche sotto la guida di Mirco Farinelli, del Laboratorio di Patologia Molecolare “PaoLa” di Fano e di Vieri Fusi, del Laboratorio di Chimica Supramolecolare dell’Università di Urbino. Le conclusioni cui sono giunti aprono la strada a nuove strategie terapeutiche nella cura dei tumori.
Il maltolo, per sé, è una molecola innocua utilizzata talvolta come additivo alimentare per il suo aroma e le sue proprietà antiossidanti
ha spiegato Fusi
ma – se opportunamente modificata – può dare origine a nuove molecole con interessanti proprietà biologiche.
I ricercatori hanno sintetizzato due di queste molecole, dimostrando che riescono a penetrare nelle cellule, di alterarne il Dna e di indurre, di conseguenza, l’espressione di geni che portano le stesse cellule all’apoptosi, quella forma di suicido che permette alle cellule potenzialmente dannose per l’organismo di autoeliminarsi.
Da subito abbiamo monitorato come alcuni modelli neoplastici fossero sensibili ai trattamenti con le due molecole, denominate malten e maltonis
ha spiegato Fanelli.
Le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce ad un vero e proprio suicidio.
Attualmente gli scienziati, che hanno già brevettato la scoperta in Italia e presentato domanda di brevetto internazionale, si sono concentrati sullo studio dell’efficacia di queste molecole su modelli di tumore animali. I risultati delle nuove ricerche non sono stati ancora pubblicati, ma Vieri ha anticipato che
questi composti sembrano essere tollerati in vivo, cosa non scontata, e hanno dimostrato interessanti proprietà biologiche inducendo una sensibile riduzione della massa tumorale.