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La questione della sanità in Sicilia continua a destare preoccupazione, come dimostra la recente testimonianza di Maria Cristina Grillo, che ha presentato una querela alla Procura di Marsala. La denuncia non riguarda solo la sua situazione personale, ma si estende a ben 3000 persone che hanno atteso per mesi l’esito di un esame. Questo episodio si colloca all’interno di un contesto più ampio, in cui emergono gravi criticità nella gestione delle risorse sanitarie nell’isola.
Il quadro della terapia intensiva in sicilia
Secondo i dati forniti dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti per la Regione Siciliana, la situazione della terapia intensiva è allarmante. A fronte di una programmazione nazionale che prevedeva 720 posti letto, in Sicilia ne sono stati realizzati solo 151, pari al 21%. Di questi, solamente 109 risultano collaudati e attualmente in uso. Per quanto riguarda i posti letto di terapia semi o sub-intensiva, su 350 programmati, ne sono stati realizzati 116, ovvero il 33%, con soli 78 effettivamente collaudati e utilizzabili.
La relazione mette in luce anche i 24 interventi programmati per l’adeguamento delle aree di pronto soccorso, di cui solo 8 sono stati completati, corrispondenti a un ulteriore 33%. Di questi, solo 6 hanno superato i collaudi e sono attivi. Questi dati evidenziano un disallineamento preoccupante tra le aspettative regionali e gli standard minimi richiesti a livello nazionale.
Le criticità emerse dalla relazione della corte dei conti
I giudici della Corte dei Conti hanno confermato le criticità già emerse durante le indagini, sottolineando l’insanabile disallineamento tra i dati di programmazione regionale e le necessità reali del sistema sanitario. “Se, attraverso la definizione di precisi standard nazionali, l’obiettivo dichiarato dal legislatore statale era quello di potenziare i servizi assistenziali territoriali esistenti ed istituire nuovi servizi per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), ridurre le disuguaglianze e costruire un modello di erogazione dei servizi condiviso e omogeneo sul territorio nazionale, le evidenze raccolte e le criticità emerse sollevano significativi dubbi e perplessità riguardo al raggiungimento di tali obiettivi”, si legge nel documento.
Questa relazione è stata inviata al Ministero della Salute, all’Assemblea Regionale Siciliana e al collegio dei revisori della Regione Siciliana, segnando un passo importante verso la trasparenza e la responsabilità nella gestione delle risorse sanitarie. La situazione attuale richiede un intervento urgente per garantire il diritto alla salute dei cittadini siciliani, che continuano a subire le conseguenze di una pianificazione inadeguata e di una gestione inefficace delle risorse.