La sifilide è una malattia infettiva a trasmissione sessuale (ma non solo) provocata da un batterio dell’ordine delle spirochete, il Treponema pallidum. Patologia diffusa sin dall’antichità, i sintomi vengono suddivisi in tre fasi: tipicamente queste fasi si manifestano in sequenza, ma sono separate fra di loro da periodi di infezione latente asintomatica. Andiamo dunque a scoprire quali sono i sintomi di queste fasi, le modalità di trasmissione, come si diagnostica, che test fare e qual è la cura.
La causa della sifilide è l’infezione da un batterio, più precisamente una spirocheta nota come Treponema pallidum. Microscopicamente parlando, il T. pallidum si presenta come un piccolo filamento spiraliforme, mobile. Per tale motivo è capace di penetrare sia attraverso mucose intatte che tramite la cute.
Come modalità di trasmissione della sifilide abbiamo:
Tuttavia è bene ricordare che il T. pallidum non resiste per molto nell’ambiente esterno: al di fuori dell’organismo sopravvive pochissimo tempo.
Non si sa esattamente dove sia nata la sifilide. Secondo molte fonti, arrivò in Europa dalle Americhe tramite i marinai di Cristoforo Colombo. Nel corso della storia, la sifilide scatenò vere e proprie epidemie. La prima di cui si è a conoscenza è quella del 1495 a Napoli: la sifilide arrivò in Italia a seguito dell’esercito del re francese Carlo VIII, motivo per cui la patologia venne chiamata mal francese (tranne che in Francia dove veniva chiamata mal napolitan).
Per quanto riguarda il nome di sifilide, invece, questa etimologia venne introdotta da Girolamo Fracastoro, medico e scienziato veronese: nel 1530 scrisse il Syphilis sive morbus gallicus, mentre nel 1546 scrisse il trattato De contagione et contagiosis morbis.
Dopo essersi diffusa per tutta l’Europa, l’incidenza della sifilide diminuì alla fine del 1800, complice anche l’industrializzazione. Un altro picco lo si ebbe dopo la Prima Guerra Mondiale, mentre non lo si registrò dopo la Seconda Guerra Mondiale in quanto venne migliorata la diagnosi e, soprattutto, vennero implementate terapie più efficaci con gli antibiotici.
In Italia l’infezione da Treponema pallidum è un’infezione sessualmente trasmessa (IST) e sottoposta a notifica obbligatoria in classe II. Gli ultimi dati presenti nel rapporto ECDC “Syphilis – Annual Epidemiological Report for 2017”, pubblicato nel 2019, indicano che nel 2017 sono stati segnalati al Ministero della Salute 1.631 casi di sifilide con un’incidenza di 2,7 casi per 100.000 abitanti.
In Europa, invece, la sifilide è considerate come la terza infezione sessualmente trasmessa più diffusa, preceduta solamente da Clamidia e Gonorrea. Sempre secondo il report di cui sopra, in UE nel 2017 sono stati confermati 33.189 casi di sifilide, con un’incidenza di 7,1 casi ogni 100.000 abitanti. I paesi maggiormente colpiti sono:
Inoltre i casi di sifilide in Europa sono aumentati del 70% in dieci anni.
Nel mondo, invece, i dati pubblicati dall’OMS parlano di 6,3 milioni di nuovi casi di sifilide nel 2016: l’infezione è la terza IS più diffusa dopo la clamidia e la gonorrea. Le Americhe e l’Africa sono i continenti dove si è registrata l’incidenza maggiore.
Il T. pallidum penetra nell’organismo attraverso la cute o le mucose. Poi raggiunge i linfonodi periferici nel giro di poche ore e poi si diffonde rapidamente in tutto il corpo. Tipicamente la sifilide si manifesta in 3 fasi:
Queste fasi si manifestano in sequenza e sono intervallate da periodi lunghi di latenza. I pazienti sono contagiosi durante le prime due fasi. Un’altra particolarità è che l’infezione non garantisce immunità in caso di reinfezioni successive.
Altro dato: spesso la sifilide simula altre patologie come manifestazione. Frequentemente è presente una coinfezione da HIV, il che accelera la progressione della malattia e fa sì che compaiano più frequentemente sintomi oculari, meningiti o complicanze neurologiche.
La sifilide primaria o primitiva o lue è la prima fase della malattia. Il periodo di incubazione varia da 1 a 13 settimane, ma in media è di 3-4 settimane. Si sviluppa un sifiloma, considerato la lesione primaria, nella sede di inoculo o di ingresso.
Il sifiloma si presenta inizialmente come una papula rossa che si trasforma velocemente in un’ulcera indolore e solida. Quando toccata, dall’ulcera fuoriesce un liquido chiaro (attenzione: è pieno di spirochete) e i linfonodi limitrofi possono essere aumentati di volume, anche se non dolenti.
I sifilomi possono formarsi ovunque, ma tipicamente li si trova:
Essendo lesioni non dolenti, molto spesso le persone infette da sifilide inizialmente non si rendono conto del problema. Questo sifiloma guarisce in 3-12 settimane.
Nella forma secondaria le spirochete si diffondono nel sangue: questo provoca lo sviluppo di lesioni mucocutanee su tutto il corpo (il sifiloma della sifilide può manifestarsi anche sul naso) e linfoadenomegalia (aumento di volume dei linfonodi). Questi sintomi tendono a manifestarsi 6-12 settimane dopo la comparsa del sifiloma. Oltre al sifiloma si possono notare come sintomi:
Il numero delle lesioni mucocutanee e delle eruzioni è variabile da paziente a paziente, ma possono essere diffuse su tutto il corpo. Senza terapia, le lesioni possono o sparire nel giro di pochi giorni o rimanere per mesi o sparire e poi tornare. In generale tutte le lesioni vanno incontro a una forma di remissione, senza lasciare cicatrici.
La sifilide terziaria o tardiva si manifesta decenni dopo l’infezione primaria e tipicamente la si riscontra nei pazienti non curati. Esistono anche qui diverse forme:
Fra le varie fasi della sifilide, si alternano periodi di latenza. Tali periodi possono manifestarsi anche a meno di un anno dall’infezione. In queste fasi non ci sono sintomi, ma gli anticorpi rilevati dai test sierologici permangono. Molto spesso la diagnosi viene fatta durante queste fasi visto che nella fase primaria e secondaria spesso i sintomi sono lievi.
In alcuni casi, il paziente rimane sempre in forma latente. Tuttavia durante la latenza precoce (a meno di 1 anno dall’infezione), possono recidivare le lesioni mucocutanee.
Ci sono poi forme oculari o uditive che possono presentarsi durante una qualsiasi delle fasi sopra descritte:
Particolare menzione spetta alla forma di sifilide congenita, quella trasmessa dalla madre infetta al feto attraverso la placenta. Come sintomi precoci abbiamo:
Più tardivamente compaiono:
Inoltre una forma di sifilide in gravidanza non trattata può provocare aborto o natimortalità. Forme di sifilide congenita che si manifestano entro i due anni sono considerate precoci, mentre dopo i due anni si parla di forme tardive.
Nel caso un paziente presenti le tipiche lesioni mucocutanee o sintomi neurologici di natura non chiara, ecco che è possibile che venga richiesta anche un test sierologico per la sifilide.
Esistono test sierologici reaginici (indicati soprattutto per le forme neurologiche) o test sierologici treponemici. In generale viene fatto prima un test di screening reaginico, poi un test di conferma treponemico e infine l’evidenziazione delle spirochete al microscopio. Tuttavia il protocollo di diagnosi varia a seconda delle strutture.
Per quanto riguarda i test treponemici sierologici, ce ne sono di diverso tipo: immunofluorescenza, microemoagglutinazione, emoagglutinazione, dosaggio immunoenzimatico e chemioluminescenza immunologica. Starà al tuo medico stabilire quale protocollo diagnostico effettuare, in base anche a infezioni precedenti da sifilide, possibile esposizione e risultati dei primi test.
A seconda dei risultati del test e del pericolo di esposizione, è possibile che il medico prescriva più test da ripetere nel corso del tempo.
La cura della sifilide verrà stabilita dal tuo medico curante. In generale si usa una terapia antibiotica a base di penicilline. Verranno trattati tutti i partner sessuali (questo anche quando i test sierologici sono negativi se il contatto è avvenuto entro 90 giorni prima) e tale terapia verrà eseguita anche nelle donne in gravidanza.
I pazienti allergici alle penicilline verranno trattati o con doxiciclina o con azitromicina (quest’ultima, però, non può essere usata in gravidanza o in pazienti con vecchia forma latente).
Può capitare che pazienti sottoposti a terapia, soprattutto con forma secondaria, dopo 6-12 ore dall’inizio della terapia manifestino la reazione di Jarisch-Herxheimer con:
Questa reazione sparisce dopo 24 ore. Tuttavia soggetti con paresi potrebbero manifestare convulsioni o ictus.
Visto che non esiste un vaccino efficace contro la sifilide, è bene concentrarsi sulla prevenzione, soprattutto riducendo comportamenti sessuali a rischio:
La sifilide è una malattia a trasmissione sessuale presente in tutto il mondo. Provocata, dal Treponema pallidum, i sintomi della malattia variano a seconda della fase della patologia e possono manifestarsi nel corso di anni, con fasi di latenza fra una fase e l’altra.
Insieme a tifo, AIDS o HIV, malattia mani piedi bocca, vaiolo, epatite virale, mononucleosi infettiva, sindrome di Kawasaki e altre patologie è una delle malattie esantematiche meno comuni e meno conosciute, dal momento che di solito con questo termine si fa riferimento a malattie tipiche dell’età infantile come morbillo, rosolia, varicella, scarlattina, quarta malattia, quinta malattia, sesta malattia.
La cura si basa sull’uso di antibiotici, ma prima si diagnostica e prima si interviene e meglio è, anche per ridurre il rischio di forme gravi e complicanze. Fondamentale la prevenzione: non esistendo un vaccino, l’uso del preservativo durante i rapporti sessuali è alla base della profilassi di questa malattia.