Sigarette elettroniche, proteste in piazza contro la tassa
“Non siamo uguali alle bionde”: così i produttori chiedono di eliminare la tassazione recentemente istituita per evitare l'aumento dell'Iva. Ecco cos'è successo a piazza Montecitorio
“Il fumo uccide, il 58 per cento di tasse anche”, “Il fumo crea elevata dipendenza, il cavo Usb no”, “Il fumo invecchia la pelle, la pila no”. Sono questi alcuni degli slogan che hanno fatto bella mostra di sé questa mattina a piazza Montecitorio, dove l’ANaFE, l’Associazione Nazionale Fumo Elettronico, ha dato appuntamento per una manifestazione a tutti coloro che ritengono inadeguato il provvedimento che ha trasformato in realtà l’idea di una tassa sulle sigarette elettroniche. Un provvedimento che, stando ad un recentissimo sondaggio online, non ha trovato il consenso da parte dei cittadini italiani, che nella maggior parte dei casi sono contrari a qualsiasi forma di tassazione di questo nuovo strumento per smettere di fumare.
La protesta è per scongiurare la maxi-tassa del 58% messa al vaglio dal governo sul consumo di nicotina, a partire da gennaio 2014
ha spiegato Massimiliano Mancini, presidente di ANaFE.
Speriamo che il governo Letta abbia il coraggio di dire basta a scelte che rischiano solo di distruggere investimenti e imprese.
In effetti uno dei problemi dell’applicazione della tassa, pensata per scongiurare almeno fino al prossimo mese di ottobre l’aumento di un punto percentuale dell’Iva, riguarda proprio il destino delle imprese – allo stato attuale circa 3 mila – che ruotano attorno al commercio delle e-cig. Il provvedimento, infatti, riguarderà tutte le componenti delle sigarette elettroniche, cavi USB e batterie incluse, che potranno essere veduti solo dai tabaccai, decretando, così, la fine di molte attività commerciali. Non a caso fra i manifestanti sono stati presenti anche i rappresentanti di diversi franchising di sigarette elettroniche.
I punti dolenti
Fra gli aspetti difficili da digerire per chi ha fatto delle e-cig la sua fonte di reddito c’è l’omologazione alle sigarette tradizionali. In molti sono contrari a questa equiparazione e sostengono che oltre a non essere fatte di tabacco le sigarette elettroniche sarebbero meno nocive rispetto alle “bionde” e faranno risparmiare allo Stato molti euro altrimenti da destinare alla cura delle vittime del tabacco.
In effetti se sulla sicurezza del fumo elettronico persiste ancora qualche dubbio, le cronache ci raccontano di molte persone che sono riuscite effettivamente a smettere di fumare utilizzando questo nuovo strumento e tutti questi casi riducono senza dubbio il numero di persone altamente a rischio di malattie respiratorie e cardiovascolari associate al vizio del fumo.
Da parte sua l’ANaFE si sta ponendo in una posizione di confronto.
L’ordinanza del ministro della Salute è da apprezzare per l’equilibrio che presenta e perché rappresenta un altro mattoncino verso una regolamentazione del settore della sigaretta elettronica
ha commentato Mancini.
Ma quello che auspichiamo è una regolamentazione complessiva del settore che passi attraverso una consultazione trasparente, senza colpi di mano guidati da lobby e mirate solo a far cassa.
Secondo Umberto Roccatti, vicepresidente dell’Anafe, rimarrà ben poco del fatturato record prodotto nel 2012 dal mercato delle e-cig, pari a quasi 350 milioni di euro.
L’aumento esponenziale dei prezzi
paventa Roccatti
bloccherà il mercato anche a scapito dei produttori stranieri e per colpa di una lobby contraria all’espansione, noi che abbiamo investito e dato lavoro in questi mesi di crisi a fa note persone pagherò il prezzo di averci creduto.
Anche Ignazio Marino, neoeletto sindaco di Roma, ha espresso la sua opinione in proposito. Fermandosi a parlare con i manifestanti ha sottolineato che
occorre fare una discussione non solo dal punto di vista fiscale
aggiungendo che il punto fondamentale da chiarire
è se deve essere favorito o sfavorito il commercio di prodotti che non eliminano ma riducono il danno alla salute rispetto alle sigarette normali.
In attesa che chiarezza sia fatta il sindaco della Capitale presenterà un documento a tal proposito insieme all’associazione “I think”.