Sindrome da intestino irritabile e stress sono collegati
Un vecchio detto afferma che il secondo cervello dell’uomo risieda nella pancia. E’ quanto hanno cercato di dimostrare alcuni ricercatori canadesi, secondo i quali lo stress si ripercuote non soltanto sull’equilibrio psicologico e sul benessere, ma anche sulla salute dell’intestino.Il team di scienziati dell’University of Manitoba di Winnipegh ha studiato 704 pazienti con diagnosi di […]
Un vecchio detto afferma che il secondo cervello dell’uomo risieda nella pancia. E’ quanto hanno cercato di dimostrare alcuni ricercatori canadesi, secondo i quali lo stress si ripercuote non soltanto sull’equilibrio psicologico e sul benessere, ma anche sulla salute dell’intestino.
Il team di scienziati dell’University of Manitoba di Winnipegh ha studiato 704 pazienti con diagnosi di sindrome da intestino irritabile (IBS) ed hanno osservato che i sintomi aumentano in associazione a momenti o eventi particolarmente stressanti.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sull’ultimo numero dell’American Journal of Gastroenterology e confermano la tesi dei pazienti con sindrome da intestino irritabile: lo stress acuisce i sintomi e il dolore.
I pazienti che mostravano una elevata percezione dello stress in particolari momenti della vita vedevano aumentare di due volte il rischio di un inasprimento dei sintomi. Secondo le ipotesi formulate dai ricercatori, lo stress agisce sul sistema nervoso simpatico e di conseguenza sui tessuti intestinali, ma può anche essere che gli ormoni dello stress favoriscano una proliferazione di batteri “cattivi” che popolano l’intestino e che quindi possono aumentare i sintomi.
“Il nostro studio conferma questa supposizione e dimostra che la percezione dello stress ha un effetto diretto sul corso della malattia“, ha spiegato il responsabile della ricerca, Charles N. Bernstein. Tuttavia, secondo lo scienziato, lo studio non dimostra che lo stress provoca la sindrome da intestino irritabile, ma certamente ne rappresenta un fattore esterno significativo per aumentare l’intensità delle crisi e dei sintomi.
“I medici – conclude Bernstein- dovrebbero tener conto di questo dato e invitare i pazienti ad apprendere le tecniche di gestione dello stress“.