“Slow holidays”, la ricetta per vacanze di Natale senza stress
I giorni di riposo lasciano spazio ai bilanci, non sempre positivi, dell'anno appena trascorso. Come evitare di rovinarsi le vacanze?
Archiviate le spese per i regali e l’organizzazione dei banchetti natalizi, i giorni fra Natale e Capodanno sono per molti un periodo di bilanci che rischia di aumentare lo stress. Per 1 italiano su 2 stanchezza e ansia potrebbero avere la meglio su serenità e spensieratezza, complici la crisi economica, la solitudine e gli obiettivi non raggiunti durante l’anno che sta per concludersi. A svelarlo è uno studio della mood communication agency “Found!” che ha coinvolto circa 1.400 abitanti dello dita vale di età compresa tra i 18 e i 70 anni, svelando che i più colpiti da quello che può essere definito “stress da vacanze di Natale” sono soprattutto gli uomini.
Se, infatti, è ben il 54% degli italiani appartenenti al sesso forte ad avere a che fare con il problema, d’altra parte la percentuale delle donne che ne soffrono è più bassa e si attesta al 46%. La fascia d’età più a rischio è, invece, quella degli over 65.
Il quadro è sconfortante anche alla luce del fatto che è il 77% degli italiani ad aspettarsi che le feste di Natale portino con loro serenità. E’, invece, il 68% a cercare divertimento, mentre il 41% vorrebbe trascorrere queste giornate in compagnia. In particolare, La metà circa degli intervistati ha programmato di trascorrere le feste in casa insieme ai parenti, il 37% di abbandonare per qualche giorno le mura domestiche insieme al partner e solo il 18% resterà solo.
Gli esperti sembrano però ridimensionare almeno in parte il problema, o quantomeno spiegano che ci sono modi molto semplici per evitarlo. Tutto risiede nella nostra capacità di affrontare questo periodo nel modo più adatto alla nostra situazione. Come spiega Michele Cucchi, direttore del centro medico Sant’Agostino di Milano,
gli studi scientifici sembrano suggerire che le vacanze di Natale non siano un fattore di rischio per una vera e propria condizione di malattia dell’umore; vero però che oggi è sempre più difficile sentirsi felici, anche e soprattutto durante queste festività. Dovremmo ricordarci che non c’è il modo giusto di vivere le feste. A volte attribuiamo al “rituale” della tradizione il valore di modo giusto di festeggiare.
Cucchi ricorda che
non è una colpa o un insuccesso uscire dagli schemi. In questo senso c’è spazio per una sorta di filosofia “slow holidays“. Non facciamo sì che anche divertirsi diventi un obiettivo da raggiungere, un’aspettativa necessariamente da soddisfare. Quindi non chiediamoci troppo da questi giorni di vacanza.