Smettere di fumare riduce i livelli della pericolosa proteina C-reattiva
Studio dei ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori e del Mario Negri di Milano ha dimostrato che smettere di fumare riduce il livello di pcr.
Il fumo è un pessimo amico. È quella che possiamo chiamare “cattiva compagnia”. E non è vero che dopo anni che si è dipendenti dalle bionde smettere è inutile, perché tanto il danno è fatto. Abbandonare le sigarette è sempre un’ottima idea. Secondo una ricerca condotta dai ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori e del Mario Negri di Milano, pubblicato sulle colonne della rivista «Scientific Reports», su oltre 3mila fumatori, smettere ha un valore sulla proteina-C reattiva, un importante marcatore di infiammazione.
Secondo gli esperti più questo marcatore è elevato, più è alto il rischio di ammalarsi di tumore del polmone e del colon-retto, oltre che andare incontro a eventi acuti cardio (infarto) e cerebrovascolari (ictus). Rinunciare alla sigarette permette di ridurre i valori di proteina-c reattiva anche significativamente.
Attenzione perché i risultati non sono immediati, ci vuole un po’ di tempo, circa 8 anni. Dopo quattro anni dall’ultima sigaretta, i livelli di Pcr diminuivano significativamente con l’aumentare degli anni di astinenza: con una riduzione di circa il cinquanta per cento dopo otto anni dalla cessazione rispetto a chi continuava a fumare. Ugo Pastorino, direttore della struttura complessa di chirurgia toracica dell’Istituto Nazionale dei Tumori, ha così commentato:
“Questo studio dimostra che smettere di fumare è utile anche dopo i cinquant’anni, ma che è possibile abbattere il rischio in chi ha un alto stato infiammatorio agendo sugli altri fattori che possono ridurlo: ovvero alcuni farmaci, una dieta più sana e una regolare attività fisica”.
Via | La Stampa