Soia, sesamo e altri cibi esotici aumentano l’incidenza di allergie alimentari
Il sempre più diffuso consumo di alimenti provenienti da terre lontane ha portato alla crescita esponenziale dei fenomeni allergici. Come evitarli?
Il numero di italiani che hanno a che fare con una o più allergie alimentari è in continuo aumento. E’ questo il dato che è emerso durante il World Allergy and Asthma Congress 2013 che si è svolto nello scorso mese di giugno a Milano e durante il quale sono state presentate anche le linee guida dell’European Academy of Allergy and Clinical Immunology (EAACI) per le allergia alimentari e l’anafilassi.
In Italia sono circa 2 milioni le persone che hanno a che fare con le allergie alimentari, fra cui circa 600 mila bambini. Le più frequenti sono quelle ai crostacei, al pesce, al latte, alle uova, alle arachidi e alle nocciole. Tuttavia secondo gli esperti la causa dell’aumento dell’incidenza di questo tipo di problematica non sarebbero questi cibi, ma l’introduzione nell’alimentazione tipica del Bel Paese di cibi esotici, come la soia e il sesamo. Il fenomeno, molto meno frequente in passato, avrebbe portato ad una diffusione sempre maggiore delle allergie, che non risparmiano persone di nessun genere o età.
Secondo gli esperti la prima strategia da mettere in atto per scongiurare il problema è allattare i propri figli al seno, se possibile, fino ai 4/6 mesi di vita. In questo modo il rischio di sviluppare un’allergia si riduce significativamente. Se ciò non fosse possibile e il bimbo fosse ad alto rischio, ad esempio perché figlio o fratello di soggetti allergici, sarebbe bene allattarlo con latte vaccino idrolizzato, che è ipoallergenico.
Non è, invece, ancora sicuro se alcuni accorgimenti alimentari messi in atto durante la gravidanza siano davvero utili per prevenire l’insorgenza di allergie alimentari nel piccolo. Allo stesso modo durante lo svezzamento ritardare o anticipare l’introduzione di alcuni cibi – come le uova e i latticini – non ha alcun senso.
Piuttosto, sarebbe meglio avere la certezza di poter fare affidamento su etichette sicure. In particolare, la scritta “può contenere” indica la potenziale presenza di allergeni anche quando non si tratta degli ingredienti principali del prodotto acquistato. In generale in Europa i sistemi di etichettatura sono affidabili, ma la dicitura “può contenere” è piuttosto imprecisa e potrebbe portare gli allergici ad escludere inutilmente alcuni cibi dalla loro dieta.
Via | In Gusto; Corriere.it