Spezie piccanti, paprika e peperoncino elisir di lunga vita?
Un nuovo studio svela che eliminare i sensori del dolore attivati dalla capsaicina allunga la vita e allontana i disturbi metabolici tipici dell'invecchiamento
Eliminare il dolore dalla propria vita potrebbe aiutare ad allungarla, o almeno sembra questo essere l’effetto con cui si avrebbe a che fare facendo a meno della sofferenza fisica. I ricercatori dell’Università della California di Berkeley hanno infatti scoperto che i topi che non possiedono un particolare sensore del dolore vivono più a lungo rispetto agli altri e hanno una minore probabilità di andare incontro alla comparsa di malattie tipiche della terza età come il diabete. La strada verso l’annullamento del dolore potrebbe però essere più semplice rispetto a quella intrapresa dagli autori di questo studio: l’effetto ottenibile eliminando il sensore in questione potrebbe infatti essere ottenuto anche grazie a una molecola presente nelle spezie piccanti, la capsaicina.
Vivere a lungo senza il dolore
Nella vita di tutti i giorni il dolore ha un ruolo molto importante. Per rendersene conto basta pensare a quanto è utile che l’entrata in contatto con un oggetto molto caldo scateni dolore: in questo modo si evitano ustioni pericolose per la saluta. Tuttavia durante l’invecchiamento il dolore può assumere connotati molto diversi. Chi soffre di condizioni associate a dolore cronico corre addirittura il rischio di morire prima degli altri.
E’ proprio per studiare i motivi alla base di questo fenomeno che i ricercatori di Berkley hanno deciso di verificare cosa succedesse privando i topi del recettore TRPV1. Presente nella pelle, nei nervi e nelle articolazioni, questo sensore del dolore è noto perché può essere attivato dalla capsaicina, il composto che rende piccanti diverse spezie, ad esempio il peperoncino e la paprika. I risultati dei loro esperimenti, pubblicati sulla rivista Cell, hanno svelato che l’eliminazione di questo sensore allunga del 14% la vita dei topi, permettendo loro di mantenere giovane il proprio metabolismo anche in età più avanzata. Detto in termini pratici, i topi che non possono percepire il dolore vivono più a lungo e da anziani bruciano più calorie e utilizzano meglio lo zucchero nel sangue rispetto agli altri animali.
Attualmente TRPV1 è già nel mirino di diverse aziende farmaceutiche alla ricerca di soluzioni per sconfiggere il dolore. I risultati di questa ricerca hanno però portato i suoi autori ad ipotizzare che questi sensore possa rappresentare anche il bersaglio di trattamenti contro il diabete e l’obesità. E dato che in passato è già stato dimostrato che nel caso dell’uomo un’alimentazione ricca di capsaicina è associata a una minore incidenza del diabete e di altri disturbi metabolici, le spezie che contengono questa molecola potrebbero anche svelare benefici inattesi in termini di aspettativa di vita.
In effetti l’esposizione prolungata alla capsaicina può uccidere i neuroni [che trasmettono il segnale di TRPV1, ndr]
spiega Andrew Dillin, responsabile dello studio.
Possibile che l’elisir di lunga vita sia del semplice peperoncino?
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Via | Science