Stefano Ruffo, direttore Sissa: Coronavirus, serve la strategia delle tre T
Stefano Ruffo, direttore Sissa, sostiene che l'app non basta se non viene applicata la strategia delle tre T.
L’app per tracciare i contatti da sola non basta. Serve la strategia delle tre T: testare, tracciare e trattare. A sostenerlo è Stefano Russo, direttore della Sissa, la Scuola internazionale di Studi superiori avanzati. L’uso di una app per riuscire a individuare eventuali contagi da sola non è sufficiente per poter contenere eventuali focolai, senza ulteriori strumenti che possano aiutare a prendere in ogni momento le decisioni giuste.
Per combattere il Coronavirus, Stefano Russo non vede “nessun segno che l’Italia stia coerentemente pensando di applicare la strategia delle tre T“.
Hanno scelto una app, il Governo ha lanciato uno studio epidemiologico, che avrà un impatto sui territori. Ma che l’Italia stia coerentemente usando questa strategia non mi sembra di vederlo.
L’app serve ad aiutare a individuare i contatti, ma poi serve un lavoro pratico delle persone che non può essere fatto dalla tecnologia. L’applicazione, infatti, rivela solo se si è venuti a contatto con persone sintomatiche, ma il suo lavoro in realtà finisce lì. Manca un passaggio successivo. Quello della strategia delle tre T, appunto. Per poter utilizzare questa strategia, che serve per fare test, tracciare i contagi e i contatti e trattare i casi positivi, il paese deve affrontare una serie di decisioni per adottare iniziative decisamente significative. Ad esempio in Friuli Venezia Giulia servirebbero almeno 1.500 persone in più per poter affrontare il Coronavirus adottando questa strategia.
Sono convinto che questa sia una possibile strategia però bisognerebbe che la gente si rimboccasse di più le maniche. Non è una critica che faccio al governo regionale, perché mi sembra che neanche nelle altre regioni si stia coerentemente pensando a questo.
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