Stress da lavoro, ne soffre 1 italiano su 4
A farne le spese è anche la produttività, ma gli psicologi possono aiutare le aziende a risolvere il problema
Lo stress da lavoro è un problema per il 25% degli italiani. A svelarlo è il Consiglio nazionale degli psicologi, che con la pubblicazione “Rischio stress lavoro correlato. Le competenze dello psicologo nella valutazione e gestione” intende fornire informazioni esaustive sul problema, dai costi sociali e in termini di produttività ai metodi efficaci per risolverlo.
Dai dati scientifici illustrati nel volume emerge un ritratto preoccupante della situazione per i lavoratori italiani. Solo lo 0,5% dichiara di non avere a che fare con lo stress da lavoro. Per il 70%, invece, il carico di impegni, le ore necessarie per portarlo a termine e l’organizzazione sono un’importante fonte di stress. Per il 60% dei lavoratori la situazione è aggravata dalla mancanza di sostegno da parte dei colleghi o dei superiori, che in alcuni casi contribuiscono a peggiorare l’ambiente lavorativo con atti di bullismo o molestie. Fortunatamente, però, c’è anche un 20% di italiani che non ha a che fare con questo tipo di fenomeni, mentre per un altro 25% sono rari.
Il risultato è a dir poco sconfortante: più della metà delle giornate lavorative perse se ne vanno proprio a causa dello stress, con costi annui a livello europeo pari a più di 25 miliardi di euro.
Secondo Imma Tomay, presidente dell’Ordine degli psicologi dell’Umbria e coordinatrice del gruppo di lavoro che ha dato vita alla pubblicazione, lo psicologo può rappresentare un valido aiuto non solo per l’individuo, ma anche “nel campo dell’intervento organizzativo per la salute e la sicurezza”.
Adottando il giusto approccio
ha sottolineato Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio nazionale degli psicologi
i lavoratori e le aziende possono vincere la battaglia contro lo stress che, quando legato all’attività lavorativa, è prevenibile e l’azione condivisa volta a contenere tale problema può essere molto incisiva.